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Tra il velo cristiano e quello islamico qual è la differenza

In seguito alle parole di Izzdine Elzir, presidente dell’Unione Comunità Islamiche, sulla decisione del governo francese di bandire il velo islamico si è aperto un dibattito pubblico con alcune persone a favore ed altre che invece esprimevano il proprio dissenso.

Ma entriamo nel particolare: Elzir ha paragonato il velo islamico a quello portato dalle suore, suggerendo che non aveva senso vietarlo se anche le donne che si votano a Dio lo portano. Il parallelo suggerito è che in entrambi i casi si tratterebbe di un adesione ad un credo religioso e che vietare tale adesione è una forma di discriminazione.

A contestare l’istanza di Elzir ci ha pensato ieri Dacia Mariani esprimendosi in tal modo sul burqa e sull’ hjiab: “Quella copertura, anche solo della testa, ha un valore emblematico di negazione e censura. Solo di fronte al marito, ovvero il proprietario di quel corpo, la donna può mostrarsi in tutta la sua completezza». «Sia chiaro», ha aggiunto, «non ho niente contro il velo e chi lo porta, ma non diciamo che si tratta di una libera scelta e che esprime l’autonomia delle donne. Il velo è un segno di sottomissione, che lo si scelga o meno. Anche le suore lo usano, mi si dice, ma appunto, anche in quel caso si tratta di dichiarare l’appartenenza a un ordine religioso”.

Le osservazioni della Mariani (nota femminista) sono più che lecite, ci sono due grandi differenze tra il velo portato dalle suore e quello portato dalle donne islamiche:

1- La prima differenza riguarda la modalità di adesione, se le suore diventano tali dopo un percorso spirituale intenso ed assolutamente personale scegliendo liberamente di aderire all’ordine monastico ed accettandone anche il vestiario tipico, lo stesso non si può dire delle donne musulmane che sono educate sin da bambine a portare il velo. La libertà delle suore rispetto alle donne musulmane si estrinseca anche e sopratutto nella possibilità di abbandonare il loro ruolo e la chiesa in qualsiasi momento, cosa che le donne musulmane non possono fare dato che togliere il velo è considerato un disonore e che abbandonare la propria religione un tradimento punibile, in alcuni paesi, con la morte.

2- La seconda differenza riguarda il significato del velo, se per le suore è un modo di velarsi dalle attenzioni degli uomini per dedicarsi interamente a Dio, per le donne musulmane è un segno di sottomissione all’uomo che è a tutti gli effetti il loro padrone.

Risulta lapalissiano che il paragone tra le due forme di velo non possa reggere, quello che si può accettare delle dichiarazioni di Ezir è che nessun governo dovrebbe intromettersi sulle pratiche religiose anche per quanto riguarda il vestiario, al massimo può garantire la libertà di aderirvi.

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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