La scelta della Santa Sede di non mettere più in vendita il suo ospedale, facendo così saltare le trattative a lungo portate avanti.
Il Vaticano non vende più l’ospedale “Fatebenefratelli”. Una trattativa con il gruppo dell’ospedale “San Donato” di Milano salta, facendo sì che il nosocomio resti, ancora, alla Chiesa.
La decisione è arrivata: il Vaticano ha deciso di non vendere più l’ospedale “Fatebenefratelli” di Roma, portando così a far sfumare un accordo con il gruppo ospedaliero milanese pronto ad acquistarlo. La trattativa che, fino alla fine di aprile sembrava dover andare in porto a breve, è sfumata e per decisione della stessa Santa sede.
Il gruppo ospedaliero San Donato aveva avanzato una offerta vincolante e un acconto sui 200 milioni di euro chiesti dal Vaticano, ma alla fine ha fatto dietrofront. L’operazione aveva destato qualche preoccupazione tra i medici dell’ospedale. Sembrava tutto pronto, ma nelle scorse settimane qualcosa è andato storto. E ciò è avvenuto.
A spiegare le motivazioni di questa marcia indietro è il settimanale L’Espresso. Vi sono due motivi: uno di ordine specifico e uno di ordine generale. Quello specifico è che il Vaticano non ha gradito il doppio ruolo emerso nelle trattative dell’ex ministro Angelino Alfano, ovvero quello di potenziale compratore in qualità di presidente del gruppo e quello di socio dello studio legale che assisteva la Santa Sede nel negoziato.
Quello generale è la volontà del Vaticano di riordinare il proprio settore sanitario per evitare il lievitare delle spese e per organizzare in modo più efficiente e razionale il tutto, secondo le linee di Papa Francesco.
Un accordo sfumato ed un ospedale che resta, per ora, ancora al Vaticano.
Fonte: firstonline
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ROSALIA GIGLIANO
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