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Il Vangelo del Giorno

Il Vangelo di oggi ci dice: “Rimanete in me ed io in voi”

Nel passo del Vangelo odierno Gesù spiega che il battesimo è solo un rito di passaggio ad una nuova vita, poiché la conversione è qualcosa che dura in eterno.

Rimanere in Gesù, nel suo amore è l’unico modo per permettere a Dio di rendere feconda la nostra fede e farci germogliare spiritualmente.

Attraverso la metafora del vigneto e dell’agricoltore, Gesù spiega che la fede è qualcosa che va coltivata nel tempo affinché possa donare frutto. Allo stesso modo, più attenzione viene riposta alla cura del vitigno, maggiore sarà il frutto che questo è in grado di dare. Il fedele, dunque, deve mantenersi sulla via tracciata da Gesù, così da poter godere dei frutti che l’amore divino saprà donargli.

Dal Vangelo secondo Giovanni (15, 1-6): “In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli»”.

Cosa ci insegna il Vangelo di oggi?

La lettura di oggi è chiara. Il Messia spiega che la fede va coltivata, rimanendo in lui. Ma aggiunge che bisogna rimanere nel suo amore. Non basta, dunque, un adesione passiva ai dettami enunciati dal Cristo, bisogna nutrire spiritualmente la nostra anima con preghiere, letture e buone azioni nei confronti del prossimo. Non bisogna dimenticarsi che è necessario confessare i propri peccati, così da ottenere il perdono e poter riflettere sul modo in cui sarà possibile evitare in futuro di commetterli.

La parabola del vigneto, insomma, ci insegna che una comunità di fedeli sana, è una comunità che è attiva dal punto di vista umanitario, ma lo è anche e soprattutto da quello spirituale. Ciò è possibile solamente se i fedeli rimangono in Gesù Cristo e si fanno nutrire da quell’amore che permette tutto. Ne è dimostrazione la vita dei santi, ma anche di quei fedeli che per le piccole comunità riescono ad essere esempio di fede.

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Luca Scapatello

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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