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Il Vangelo di oggi ci dice: “Guai a chi pecca, ma se si pente va perdonato”

Nel Vangelo di oggi Gesù spiega agli Apostoli che lo scandalo non può essere evitato. Sebbene chi pecca vada ripreso, se si pente merita il perdono.

Il giudizio, infatti, spetta al Signore, il quale concede il perdono a chi capisce il proprio errore. Così anche noi non dobbiamo chiudere le porte a chi ha sbagliato.

L’importanza del Perdono

In più di un’occasione Gesù ha spiegato come il Padre sia disposto ad accogliere chi ha perso la retta via. Nel Vangelo di qualche giorno fa ha anche spiegato ai Farisei, scandalizzati dal fatto che parlasse con i peccatori, che ogni persona convertita sarà accolta con maggior gaudio rispetto a 99 persone che non hanno trasgredito. Questo perché la missione stessa di Cristo è quella di salvare dal peccato tutti gli esseri umani, dunque portarli a comprendere gli errori e ravvedersi.

Il Vangelo secondo Luca (17, 1-6): “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!

Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare“, ed esso vi obbedirebbe»”.

Il Vangelo di oggi ci dice?

Ancora una volta Gesù spinge sull’importanza del perdono. L’obbiettivo dell’essere umano non è quella di creare una classifica del più meritevole, bensì quella di cercare di creare una comunità coesa che sia il più possibile estesa. D’altronde, spiega lui stesso, lo scandalo (il peccato grave) non può essere evitato a prescindere. Chiunque dunque può essere soggetto a commettere un errore. Questo vuol dire che l’errore non ha alcun peso specifico? No, l’errore va condannato ed il peccatore va redarguito, spinto alla comprensione dell’errore affinché possa migliorarsi.

Dunque Gesù non dice che va accettato passivamente qualsiasi comportamento umano anche se profondamente scorretto. Ciò che critica è la condanna a priori di chi commette un errore. Infatti dice agli Apostoli che se il peccatore va da loro anche sette volte in un giorno per confessare e pentirsi dello stesso errore commesso, va perdonato. Qui la risposta degli Apostoli è la risposta alla domanda che molti di noi si pongono: come fare a perdonare? Per farlo bisogna avere fede, dunque pregare Dio affinché l’accresca giorno dopo giorno.

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Luca Scapatello

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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