Il Vangelo di oggi ci dice: “La mia casa sarà casa di preghiera”

“La mia casa sarà casa di preghiera”: Nel passo di oggi Gesù scaccia malamente i venditori dal tempio, rei di aver dissacrato la casa del Signore.

Il Vangelo di oggi ci dice

Bontà e Misericordia non vanno scambiate con debolezza e ingenuità, per la prima volta Gesù mostra la propria rabbia, facendo capire come la giusta ira di Dio vada temuta.

Durante la sua peregrinazione verso Gerusalemme, città nella quale volle arrivare nel periodo della Pasqua, Gesù aveva predicato pace e amore. Il Nazzareno voleva diffondere la cultura del perdono, della fraternità e della giustizia. Nessuno, nemmeno il peccatore incallito era da condannare e emarginare. Chiunque insomma era meritevole di perdono e salvezza se avesse compreso il proprio errore. Essere buoni ed umili, però, non significa essere ingenui e deboli. Così, quando vede che il suo Tempio è stato tramutato in un mercato ed in un covo di ladri, Gesù mostra l’ira giusta del Signore.

Dal Vangelo secondo Luca (19, 45-48): “In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: ‘La mia casa sarà casa di preghiera’. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo”.

Cosa ci insegna il Vangelo di oggi?

La stessa persona che predica amore e fratellanza, in questo passo del Vangelo si tramuta. Gesù urla, condanna e caccia tutti coloro che avevano osato trasformare il suo Tempio da un luogo di preghiera, in un covo di ladri e truffatori. Con quella pubblica dimostrazione il Messia ci ammonisce a non ripetere quanto successo con tutte le altre religioni, dove la devozione dei fedeli è stata sfruttata per tornaconti personali. Nel corso dei secoli anche la Chiesa si è dovuta difendere da chi ha cercato di sfruttare il peso dell’Istituzione ecclesiastica per interessi tutt’altro che sacri. Ancora oggi la tentazione è forte per alcuni. Dunque l’insegnamento è per gli uomini religiosi e laici di non portare corruzione e di vigilare sulla Chiesa.

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Luca Scapatello

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