Valorizziamo il tempo: “Cos’è la resurrezione”

“Cos’è la resurrezione”? Sapremmo davvero rispondere alla domanda? Questo è il videocommento domenicale di don Massimiliano Scalici, sacerdote diocesano di Palermo, in merito all’argomento.

Don Massimiliano Scalici dice: “Purtroppo, sentendola pronunciare durante l’omelia del sacerdote, in occasione di un funerale, accostiamo la parola “resurrezione” alla morte, al cimitero. E se invece essa significasse propriamente quello che ci manca, che da senso alla nostra vita?”.

Oggigiorno, ci sono molti sacerdoti che usano i Social per arrivare ai fedeli. Noi scegliamo di proporre i videocommenti di don Massimiliano Scalici per il suo modo “pratico” di parlare di Dio. La sua iniziativa cerca di ridare dignità al modo in cui utilizziamo il nostro tempo, quello, soprattutto, che passiamo in web. Spesso, cerchiamo spasmodicamente di “conoscere”, lasciandoci bombardare da molte nozioni, poco utili. Il tempo non si può economizzare, ma solo valorizzare, riempiendolo di senso e di significato.

Il lavoro di YouTuber di don Massimiliano Scalici è iniziato sin dall’1 Gennaio del 2019, con la festività di Maria, Madre di Dio. Da allora, puntualmente, domenica dopo domenica, si preoccupa di realizzare un videocommento e di porlo sul suo canale. Potete trovarli tutti, digitando il suo nome o il nome della rubrica: Valorizzare il Tempo.

Valorizziamo il tempo

Valorizzare il Tempo: la resurrezione come senso della storia

La XXXII domenica del Tempo Ordinario riporta la prima lettura dal 2 Libro dei Maccabei (7, 1-2. 9-14), la seconda dalla 2 Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi (2, 16 – 3, 5) e il Vangelo di Luca (20, 27-38), riguardante la donna che va in sposa a sette fratelli.

La prima lettura parla del tentativo degli ellenici di sottomettere e padroneggiare Israele, avvenuto nel l’anno 170 A.C.. Dice don Massimiliano Scalici: “L’episodio di oggi ci riporta, infatti, la testimonianza di una madre e dei suoi sette figli che, per onorare la memoria dei padri e per rimanere fedeli alla legge di Mosè, cioè alla Parola di Dio, non cedono di fronte al tentativo dei dominatori greci di sopprimere la religione ebraica”.

Essi moriranno Martiri, ma credendo nella giustizia divina e nella resurrezione. Essi avevano riposto la loro fiducia nel Dio giusto, che ricompensa coloro che rimangono fedeli alla sua Parola. La resurrezione è una promessa che rende la storia dell’uomo storia di salvezza. Ai soprusi, alle violenze che segnano le nostre “storie di morte”, i cristiani hanno il diritto e il dovere di rispondere con la Verità, mai con altro odio.

Valorizziamo il tempo: la Parola di Dio che “corre” veloce

Nella seconda lettura, “Paolo descrive la Parola di Dio come Parola che corre, il che significa che la vede e la considera come fosse una realtà vivente, che cammina, che si muove, che avanza”. E per comprendere ciò, facciamo appello al concetto di “sinestesia” che don Massimiliano Scalici ha spiegato in uno dei precedenti videocommenti (Dio non vede l’ora di riconoscerci). La sinestesia è -in parole molto povere- la capacità di cogliere la Parola di Dio con tutti i nostri sensi, ponendoli a servizio della fede. Questo ci permette di renderla viva e di assaporarla; oltre che ascoltarla, potremo vederla realizzarsi e farsi storia di ogni giorno. “Essa sarà Gesù che parla, sorride, guarisce, abbraccia, perdona, rialza e risuscita attraverso di me, di te, nonostante le nostre fragili persone”.

Di chi sarà moglie in Paradiso questa donna?

Il Vangelo parla di una donna, costretta -secondo la legge dell’epoca- a prendere in marito, uno dopo l’altro, i fratelli del suo defunto sposo. Aveva avuto sette coniugi, ma a nessuno di loro aveva dato discendenza. I Sadducei, preso in prestito quella storia, interrogavano Gesù sulla possibilità di risorgere, domandandogli -semmai fosse esistita la vita eterna- a quale dei suoi sette mariti la donna si sarebbe dovuta ricongiungere in cielo.

Questa domanda permise a Gesù di spiegare che la vita oltre la vita sarà ben diversa da quella terrena. Sottolinea don Massimiliano Scalici: “Gesù non spiega la vita eterna in termini di durata, di prolungamento della vita terrena, ma in termini di qualità. Cambierà la nostra natura, la quale è incline ad ammalarsi, a stancarsi (…). Vuole darci un assaggio, una pre-comprensione della resurrezione. La domanda dei Sadducei avrebbe dovuto essere un’altra, semplicemente, questa: “Cos’è la resurrezione?”” e chi ne sarà davvero degno?

Valorizziamo il tempo

“Finché non faccio risorgere la speranza delle persone, io non potrò capire la vita eterna e la resurrezione, né essere degno di entrarvi. Non solo”. Soltanto tramite l’amore verso l’altro annuncerò, anche io, la vita eterna.

“Giacché, se viviamo solo per noi stessi e per i risultati immediati, moriremo come i sette fratelli, da sterili, saremo cioè un seme sotterrato che non uscirà mai da quella terra come pianta, come fiore, come albero, ma marcirà senza trasformarsi, cioè finirà. Ma se viviamo con la fede nel Signore risorto, niente di tutto ciò che siamo o che facciamo finirà nel nulla”.

Don Massimiliano Scalici: “Dio ti perdono. La misericordia capovolta”

Ricordiamo che don Massimiliano Scalici è anche autore del libro “Dio ti perdono. La misericordia capovolta”, testo che mette in evidenza quanto possa essere importante la guida di un sacerdote, preparato e consapevole, per ogni persona che Dio gli affida.

Gli autori del libro sono due, in realtà: il sacerdote e Loretta, pseudonimo -quest’ultimo- di una donna che urla a Dio il proprio dolore e che, per ovvie ragioni, ha scelto di rimanere anonima.

Antonella Sanicanti

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