IV domenica di Pasqua: come seguire le orme di Cristo

Il brano del Vangelo che la liturgia di oggi, IV domenica di Pasqua, ci fa ascoltare, parla di Gesù che si fa “porta” -metaforicamente parlando- per farci entrare nella vita.

 

Il videocommento di don Massimilaino Scalici, sacerdote diocesano di Palermo, ci spiega come seguire le orme di Cristo. 

IV domenica di Pasqua: Chi è il pastore che mi guida

“Quella delle orme è una bellissima metafora del cammino cristiano. Il discepolo di Gesù, infatti, (…)  non è una pecora errante, ma una pecora guidata dal suo pastore e attratta da lui“. Quel pastore -Gesù- ha sacrificato se stesso per noi, regalandoci la grazia di essere salvati dai nostri stessi errori e “ha fatto del suo patire, della sua sofferenza, delle sue piaghe una sorgente di guarigione. Di fronte a tale fatto, non possiamo rimanere incerti, dubbiosi. Al contrario, non possiamo che seguirne le orme.

E le orme di questo pastore, morto e risorto per le sue pecore, sono sempre fresche, visibili ed evidenti nella parola del Vangelo, come anche nella storia di tanti cristiani che hanno vissuto la loro vita in maniera generosa, fino a consumarsi, per amore di Cristo e dei fratell”. 

 

Valorizzare il Tempo - Pasqua

Gesù Cristo: la “porta” per passare alla vera vita

Nel Vangelo di oggi, Gesù parla per metafore e “dicendo di essere la porta, egli ci offre un modo sicuro, semplice e familiare per comprendere chi è Dio. Sapete qual è la prima cosa che l’immagine della porta ci fa capire di Dio? Che se in una casa c’è una porta, quella casa è accessibile. Allo stesso modo, se Gesù è la porta, vuol dire che lui ci da accesso. A cosa? Nel Vangelo Gesù dice di essere la porta dell’ovile. Questo significa che egli da accesso alle pecore. E a chi Gesù da accesso alle pecore? Lo da al pastore delle pecore, a colui che conosce le pecore, che le chiama per nome”, spiega don Massimiliano Scalici.

Chi è il pastore e chi sono le pecore?

“Gesù parla di se stesso attraverso due metafore o immagini: la porta e il pastore. Egli è entrambe le cose. Nei primi dieci versetti di questo capitolo, Gesù da più rilievo alla prima metafora, quella della porta. E dice che lui, in quanto porta, è l’unico accesso dei pastori. Al contrario, chi non accede per la porta, non è pastore, ma ladro e brigante.

Se Gesù è la porta delle pecore, e se le pecore sono un popolo, sono cioè immagine degli uomini. Chi è pastore non solo è guida di persone, ma è chiamato necessariamente a passare per questa porta, cioè per Gesù. Un padre, una madre, un insegnante, un educatore, un medico, un sindaco, un giudice, un presidente, un sacerdote, un vescovo … sono uomini o donne chiamati ad essere guide di altre persone a loro affidate”.

E come sottolinea don Massimiliano Scalici: “Ora, dice Gesù, solo chi passa attraverso di lui, porta degli uomini, è in grado di guidare gli uomini e di spendersi interamente per loro”. 

Gesù Pastore
photo web source

Tutti i videocommenti di don Massimiliano Scalici sono su YouTube e anche sulla pagina Facebook “Videocommento alla Parola di Dio”; @valorizzareiltempo.

Don Massimiliano Scalici è anche autore del libro “Dio ti perdono. La misericordi a capovolta”. Il testo è un diario a quattro mani che esplora il dialogo tra una donna che vive un grande dolore e la sua guida spirituale.

Leggi anche – Domenica in Albis: le mani del Cristo risorto

Antonella Sanicanti

Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI

Impostazioni privacy