
“Durante questo periodo, la crescita del bambino è stata regolare”. “Noi vogliamo offrire ai nostri pazienti tutte le opzioni possibili e questo caso è un passo in avanti”.
Beh, ci verrebbe da chiedere: un passo avanti verso cosa?
Eh, già … storie di questo tipo, ormai, si sentono quotidianamente e noi non possiamo proprio smettere di chiederci perché l’uomo voglia sfidare il Creatore in questo modo, così sfacciato e pretenzioso.
“La storia medica mostrava una significativa incongruenza di genere, per la quale la paziente ha iniziato nel 2011 una terapia con ormoni femminilizzanti, che stava seguendo anche al momento della prima visita”.
Dopo di che, le è stato proposto il protocollo ormonale per la lattazione indotta non puerperale, una terapia che le donne usano regolarmente, se hanno bisogno di stimolare la produzione del latte, durante il periodo dell’allattamento.
L’unione di questi procedimenti, dunque, ha permesso alla transessuale di produrre latte, pur non avendo partorito, tanto da nutrire il suo bambino, per i primi sei mesi.
Speriamo che Dio abbia uno spiccato sense of Humor e che sorrida, dando un’occhiata allo scempio che l’uomo fa della propria natura e del proprio corpo, quando, con vanto, si offre come cavia da laboratorio, per esperimenti che lasciano il tempo che trovano.
Antonella Sanicanti