È giunto un aggiornamento sulle condizioni dell’arcivescovo di Napoli, da poco succeduto al cardinale Sepe.
“Avverto ancora tanta fatica e senso di spossatezza”, ha confidato l’arcivescovo, nel suo messaggio. “Mi aspetta un ulteriore tampone di conferma e un tempo di convalescenza prima di uscire ufficialmente dall’isolamento e riprendere la vita quotidiana”.
Monsignor Battaglia ha quindi ringraziato i sacerdoti e i religiosi napoletani “per l’affetto e la vicinanza” dimostrati durante la malattia. “Mi sono sentito accompagnato e sostenuto dalla vostra presenza e dalla vostra preghiera”, ha aggiunto. Dopo essere risultato positivo al Covid-19, il presule, che si era insediato da appena una settimana, è rimasto in isolamento domiciliare. Inizialmente era stato dichiarato “asintomatico”.
“Come ho detto a molti di voi e a quanti ho già incontrato e sentito telefonicamente, vorrei che tra me e voi sacerdoti ci fosse un rapporto diretto – ha proseguito Battaglia –. Non esitate a contattarmi per qualsiasi cosa”.
Al tempo stesso, l’arcivescovo ha rivolto “un pensiero e un’attenzione per i sacerdoti che stanno facendo più fatica”. In particolare, ha menzionato “don Roberto Granatino, ricoverato da qualche giorno in ospedale”, anch’egli a causa del Covid, “per gli altri sacerdoti e religiosi colpiti dal virus, per tutti i sacerdoti anziani, per quelli ammalati, per chi è in difficoltà”.
Poi ha esortato: “Non lasciamo solo nessuno! Prendiamoci cura, in questo modo, del nostro essere fratelli, condividendo l’unico sacerdozio. Prendiamoci cura della nostra fraternità presbiterale. Diventiamo costruttori di comunione autentica e possibile, tra di noi e con la nostra gente. Proviamo ad inventare nuovi stili di vicinanza, nuovi modi per continuare a camminare insieme, per sentire tutto l’amore e la cura che il Padre ha per ognuno di noi”.
“Prego perché il Signore vi doni coraggio nelle difficoltà e nei momenti di fatica che state sperimentando, a causa della pandemia e non solo”. Battaglia poi aggiunge: “Non vi scoraggiate mai! Coraggio, il Signore ci è accanto e si prende cura della vita di ciascuno di noi!”.
“Cercati dal Signore, mettiamoci in ricerca di chi, fratello sacerdote o laico/a che sia, ha bisogno di essere accolto nella sua fragilità, di sentirsi ascoltato, di essere preso per mano ed accompagnato”.
“Io ci sono – conclude monsignor Battaglia – è quanto di più bello possiamo sentirci dire e dire in questo tempo. A noi stessi. Ai nostri confratelli. Alla nostra gente. Che la gente senta che ci siamo. Che ognuno di noi senta che l’altro c’è”. [L.M.]
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