Udienza generale: quante volte sentiamo dire “Dio ci ha giustificati”, ma cosa vuol dire?

Il Santo Padre al consueto appuntamento del mercoledì, ci ricorda che la salvezza non si ottiene con la sola osservanza dei Comandamenti.

Ecco qualcosa di molto importante per la vita di un cristiano.

Cosa si intende, quando si dice che siamo “giustificati per la nostra fede”? San Paolo usa questa espressione e papa Francesco l’ha commentata durante l’ultima udienza generale.

Davanti al Signore siamo sempre “giusti”

Proseguendo il ciclo di catechesi sulla lettera ai Galati, il Santo Padre ha ricordato che, secondo San Paolo, “la giustificazione viene dalla fede in Cristo”. Se è vero che “abbiamo i nostri peccati, di base siamo giusti davanti al Signore”.

Per essere ancora più precisi “nell’insieme del pensiero di San Paolo si può dire semplicemente che la giustificazione è la conseguenza della «misericordia di Dio che offre il perdono» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1990)”.

Dio, infatti – ha proseguito il Pontefice – attraverso la morte di Gesù, ha distrutto il peccato e ci ha donato in maniera definitiva il perdono e la salvezza. Così giustificati, i peccatori sono accolti da Dio e riconciliati con Lui”.

La giustificazione è una sorta di recupero dell’“innocenza perduta con il peccato”. Essa avviene “per grazia”: a sperimentarlo è stato lo stesso San Paolo, il quale, in precedenza “era stato un uomo fiero, religioso e zelante, convinto che nella scrupolosa osservanza dei precetti consistesse la giustizia”.

Dopo che Paolo viene conquistato da Cristo, scopre “una verità fino ad allora nascosta: non siamo noi con i nostri sforzi che diventiamo giusti, ma è Cristo con la sua grazia a renderci giusti”. Ora, è disposto a “rinunciare a tutto ciò di cui prima era ricco (cfr Fil 3,7), perché ha scoperto che solo la grazia di Dio lo ha salvato”.

La giustificazione fa parte dello “stile di Dio”

Tutta la vita di Paolo diventa improntata alla “fede nella morte e risurrezione di Gesù, che dona la salvezza. Ciononostante, la “Legge mosaica” rimane un “dono irrevocabile di Dio”, per l’Apostolo, che la definisce “santa”.

Nell’osservare i Comandamenti, in definitiva, “non possiamo contare sulle nostre forze” ma dobbiamo attingere alla “grazia di Dio che riceviamo in Cristo, dal quale “riceviamo quell’amore gratuito che ci permette, a nostra volta, di amare in modo concreto”.

A integrare le parole di San Paolo, troviamo quelle di San Giacomo, che afferma che l’uomo è “giustificato per le opere e non soltanto per la fede (Gc 2,24.26).

Entrambi gli apostoli affermano che “la risposta della fede esige di essere attivi nell’amore per Dio e nell’amore per il prossimo”. La giustificazione, ha proseguito il Papa, è l’espressione di un Dio che “non si è rassegnato, ma ha voluto renderci giusti e lo ha fatto per grazia, attraverso il dono di Gesù Cristo, della sua morte e risurrezione”.

In conclusione, riprendendo un suo concetto ricorrente, Francesco ha ribadito che “lo stile di Dio si manifesta nella vicinanza, nella compassione e nella tenerezza”, quindi la giustificazione rappresenta la massima espressione di questi atteggiamenti di Dio.

Impostazioni privacy