Papa Leone XIV ha ripreso le catechesi dell’Udienza Generale del mercoledì in piazza San Pietro. “Questo tempo ha bisogno di guarigione” ha detto il pontefice.

Dopo la pausa estiva di luglio che ha visto papa Leone XIV in ferie a Castel Gandolfo per un periodo di riposo, oggi, 30 luglio è ripresa l’attività del pontefice con la catechesi dell’Udienza Generale del mercoledì. In una piazza San Pietro gremita, in questa settimana in cui si celebra il Giubileo dei giovani, il Santo Padre ha concluso il ciclo di catechesi che avevano come tema la vita pubblica di Gesù e i suoi miracoli.
Il brano scelto da porre alla riflessione è tratto dal Vangelo di Marco e riguarda la guarigione del sordomuto. Con dei gesti significativi e la celebre parola “Effatà” Gesù guarisce l’uomo aprendogli le orecchie all’udito e sciogliendogli la lingua così da parlare.
Papa Leone XIV all’Udienza Generale: “Questo tempo ha bisogno di guarigione”
Papa Leone ha iniziato la sua meditazione riflettendo sul mondo nel tempo di oggi. Ha esordito dicendo che “Anche questo tempo che stiamo vivendo ha bisogno di guarigione“. È un mondo attraversato da un clima di violenza e di odio che mortifica la dignità umana.

La società si sta ammalando per ciò che il pontefice ha definito “bulimia delle connessioni dei social media“. Ha illustrato la situazione attuale: “siamo bombardati da immagini, talvolta anche false o distorte. Siamo travolti da molteplici messaggi che suscitano in noi una tempesta di emozioni contraddittorie“.
In questo scenario, sottolinea il papa, è possibile che nasca in ognuno il desiderio di spegnere tutto, di allontanarsi da questa molteplicità di stimoli e di preferire di non sentir più niente, di chiudersi in un silenzio che diventa incomunicabilità.
Il sordomuto del Vangelo è immagine dell’uomo che si è rinchiuso in questo stato di isolamento dal mondo perché è ferito. Viene portato da Gesù, e gli uomini che lo conducono a lui rappresentano la Chiesa. Il contesto in cui avviene la guarigione del sordomuto è pagano.
Il silenzio per un’apertura
Dietro il silenzio e la chiusura di quest’uomo c’era un profondo bisogno di prossimità e di vicinanza. Gesù gliela offre in modo silenzioso, attraverso gesti. Non usa molte parole, ma dice solo “Effatà” che vuol dire “Apriti“.
È l’invito che Gesù ha rivolto a quest’uomo. Quello di un’apertura alla vita che aveva rinunciato ad affrontare. “Chiudersi non è mai una soluzione“, dice il papa. Tutti facciamo esperienza di non essere compresi e tutti abbiamo bisogno di chiedere al Signore di guarire il nostro modo di comunicare.
“Per conoscere veramente Gesù bisogna compiere un cammino, bisogna stare con lui e attraversare anche la sua Passione. Quando lo avremo visto umiliato e sofferente, quando sperimenteremo la potenza salvifica della sua Croce, allora potremmo dire di averlo conosciuto veramente. Per diventare discepoli di Gesù non ci sono scorciatoie” è l’insegnamento di Leone XIV.
Il cordoglio per l’attentato in Kongo
Papa Leone ha concluso la catechesi rivolgendo una preghiera per tutti coloro che sono stati feriti dalle parole degli altri, per la Chiesa, affinché non venga mai meno al suo compito di portare le persone a Gesù.
Ha poi rivolto un pensiero di cordoglio per l’attentato che nella notte tra il 26 e il 27 luglio scorso ha coinvolto i cristiani in Kongo. Quaranta persone sono state uccise in chiesa durante una veglia di preghiera ed altre nelle loro case. Il Santo Padre ha espresso la sua vicinanza e ha assicurato la sua preghiera ai feriti e a tutte le persone coinvolte.