Udienza Generale 27 novembre 2024: Papa Francesco invita alla pace, gioia e perdono

Nel corso dell’udienza di questa mattina, Papa Francesco parla nuovamente dello Spirito Santo e dei suoi preziosi  frutti che dispensa a ciascuno di noi.

Papa francesco in papamobile
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Davanti ad una Piazza San Pietro gremita di persone, soprattutto di bambini, il Santo Padre ha spiegato l’importanza di questi frutti ma, ancora una volta, la capacità da parte dello Spirito di entrare in noi anche sotto diverse forme.

C’è stato un invito particolare da parte di Francesco. Vediamo insieme di cosa si tratta e a chi è rivolto.

Quali sono i frutti dello Spirito Santo?

Papa Francesco, anche oggi, davanti ad una piazza San Pietro gremita di fedeli in ogni ordine di posto, ha parlato dello Spirito Santo. Una catechesi rivolta a tutti e incentrata, sì, sulla terza persona della Santissima Trinità e sui frutti che possono scaturire ogni giorno per ciascuno di noi.

Il Pontefice parte, con la sua catechesi, rivolgendo ai fedeli presenti un invito particolare: “Tutti noi dobbiamo essere caritatevoli, pazienti, umili, operatori di pace e non di guerre”. Da qui, l’aggancio al parlarci di quelli che sono i frutti dello Spirito: “Sono il risultato di una collaborazione tra la grazia e la nostra libertà. Questi frutti esprimono sempre la creatività della persona, nella quale la fede opera per mezzo della carità, talvolta in modo sorprendente e gioioso”.

La pace e la volontà di ognuno di sforzarsi ad essere operatore di pace: “Non tutti nella Chiesa possono essere apostoli, profeti, evangelisti; ma tutti indistintamente possono e debbono essere caritatevoli, pazienti, umili, operatori di pace e così via” – ha detto il Papa.

pace fra le mani
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Papa Francesco ci parla di pace, gioia e perdono

Diversi sono i frutti dello Spirito, fra cui proprio la pace e la gioia, e a donarceli è lo stesso Gesù: “Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. Delle volte ci saranno momenti tristi, ma sempre c’è la pace: con Gesù c’è la gioia e la pace. La gioia, frutto dello Spirito, ha in comune con ogni altra gioia umana un certo sentimento di pienezza e di appagamento, che fa desiderare che duri per sempre” – ha continuato Francesco.

Da qui un altro forte pensiero del Papa: cos’è la gioia? Ce lo spiega citando San Filippo Neri: “Una vera gioia si condivide con gli altri, si contagia”. Il Santo della gioia, così lo ha chiamato il Papa: “[…] Figlioli, state allegri; non voglio scrupoli o malinconie; mi basta che non pecchiate. State buoni, se potete! San Filippo Neri aveva un tale amore per Dio che a volte sembrava che il cuore gli scoppiasse nel petto. La sua gioia era, nel senso più pieno, un frutto dello Spirito”.

Accanto alla pace, alla gioia, c’è anche il perdono. Ed è qui che Francesco si rivolge ai confessori: “Ai confessori dico sempre: non domandate troppo, ma perdonate tutto e sempre. Forse qualcuno di noi può pensare: ‘Ma ho fatto questo peccato e per questo non avrà perdono’. Dio perdona tutto, Dio perdona sempre, e questa è la gioia, essere perdonati da Dio” – afferma con convinzione.

Per questo motivo, il Papa conclude la sua catechesi con un invito ancora più speciale: “Siate lieti con la gioia di Gesù nel nostro cuore”.

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