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Udienza generale 24 aprile. Papa Francesco: le tre virtù indispensabili per la nostra vita

L’udienza generale, come sempre, davanti a tantissimi fedeli accorsi ed arrivati in Piazza San Pietro per ascoltare le sue parole. Papa Francesco non ha tralasciato nulla, anzi. Ha proposto una catechesi davvero particolare.

Si è basato su quelle tre virtù che ciascuno di noi dovrebbe avere o, comunque, tenere sempre a mente nel proprio percorso personale di vita.

photo: ansa.it

Le virtù teologali protagoniste delle parole del Pontefice. Vediamo insieme di cosa ha parlato.

Fede, speranza e carità sono al centro della catechesi che il Santo Padre ha deciso di portare oggi ai fedeli arrivati in piazza San Pietro per ascoltarlo. Parole semplici ma che, allo stesso tempo, come sempre accade per Francesco, arrivano dritte al cuore. La sua scelta di parlare, proprio in questo mercoledì, delle tre virtù teologali, non è stata casuale.

E il Papa ha così esordito: “C’è nel cuore di ogni uomo e donna la capacità di ricercare il bene”. Una convinzione che, di certo, Francesco non abbandonerà facilmente. Il passaggio da un argomento all’altro non è stato radicale. Nelle scorse udienze generali, il Pontefice aveva parlato delle virtù cardinali e, come lui stesso ha puntualizzato, si tratta di “quattro virtù che appartengono a una sapienza molto antica, che precede anche il cristianesimo”.

Papa Francesco ci aiuta a conoscere le virtù teologali

“[…] Lo Spirito Santo è donato perché chi lo accoglie possa distinguere chiaramente il bene dal male, avere la forza per aderire al bene rifuggendo dal male e, così facendo, raggiungere la piena realizzazione della fede. Ma nel cammino verso la pienezza della vita, il cristiano gode di una particolare assistenza dello Spirito di Gesù Cristo” – ha spiegato Francesco. Di conseguenza, le tre virtù teologali insieme a quelle cardinali, si oppongono esattamente ai 7 vizi capitali.

Ma se il bene è al centro della riflessione del Papa, la domanda sorge spontanea: come si fa a fare del bene? “Il cristiano non è mai solo. Compie il bene non per un titanico sforzo di impegno personale, ma fa il bene perché, come umile discepolo, cammina dietro al Maestro Gesù”. Le virtù teologali animano e caratterizzano l’agire morale del cristiano, a differenza di quelle cardinali che, come dice Francesco, “[…] mentre il rischio delle virtù cardinali è quello di generare uomini e donne eroici nel compiere il bene, ma tutto sommato soli, isolati, il grande dono delle virtù teologali è l’esistenza vissuta nello Spirito Santo”.

Le tre virtù teologali – photo web source

Come fare il bene?

Fede, speranza e carità sono il grande antidoto all’autosufficienza. “Quante volte certi uomini e donne moralmente ineccepibili corrono il rischio di diventare, agli occhi di chi li conosce, presuntuosi e arroganti! […] La superbia è un veleno potente: ne basta una goccia per guastare tutta una vita improntata al bene” – afferma.

Da qui, il suo monito: “Una persona può avere compiuto anche una montagna di opere benefiche, può aver mietuto riconoscimenti ed encomi, ma se tutto ciò l’ha fatto solo per sé, per esaltare sé stessa, può dirsi ancora una persona virtuosa? No!”.

Ed ecco che qui il Papa torna nuovamente sul concetto del bene: “Il bene non è solo un fine, ma anche un modo. Il bene ha bisogno di tanta discrezione, di molta gentilezza. Il bene ha bisogno soprattutto di spogliarsi di quella presenza a volte troppo ingombrante che è il nostro io […] Se apriamo il cuore allo Spirito Santo, il maestro interiore, egli ravviva in noi le virtù teologali: allora, se abbiamo perso la fiducia, Dio ci riapre alla fede, con la forza dello Spirito; se siamo scoraggiati, Dio risveglia in noi la speranza; se il nostro cuore si è indurito, Dio lo intenerisce col suo amore”.

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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