Udienza Generale 17 settembre, Papa Leone XIV: il tempo silenzioso dell’attesa è grembo di risurrezione

Papa Leone XIV all’Udienza Generale del mercoledì tratta il tema del silenzio dell’attesa, dove nasce la speranza, quella abitata dall’amore di Dio.

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Papa Leone XIV all’Udienza Generale – lalucedimaria.it

Dopo il consueto giro in papamobile attraverso una piazza San Pietro come al solito gremita di fedeli e pellegrini, papa Leone XIV ha svolto l’Udienza Generale del mercoledì, oggi 17 settembre. Il tema della catechesi odierna, che prosegue il filone già proposto nelle scorse settimane si concentra sul brano del Vangelo di Giovanni che narra della sepoltura di Gesù.

È il mistero del Sabato Santo che il pontefice pone all’attenzione nella riflessione di questa Udienza e attraverso questo fa risaltare il tema della speranza, leitmotiv di questo anno giubilare. Il significato dell’attesa, di un tempo in cui tutto appare morto e immobile, così come spesso accade nella nostra vita: quale senso c’è dietro?

Papa Leone all’Udienza Generale e la speranza nell’attesa

Contemplando il Sabato Santo papa Leone fa notare che il silenzio che domina quel giorno non è assenza, ma attesa. È “pienezza trattenuta, promessa custodita nel buio“, dice. Proprio nel momento in cui il Cielo sembra muto e la terra immobile si compie il mistero più profondo della fede cristiana.

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Udienza Generale di papa Leone – lalucedimaria.it

È un silenzio gravido di senso come il grembo di una madre che custodisce il figlio non ancora nato, ma già vivo” è la similitudine che il pontefice usa per spiegare ciò che intende. Come al termine della Creazione del mondo Dio si è riposato, indicando quel fermarsi come “il sigillo dell’opera compiuta“, così al silenzio e all’attesa del Sabato santo seguirà la Resurrezione.

Il Santo Padre mostra come allo stesso modo avviene nella nostra vita. Noi spesso non vediamo “il riposo pieno della presenza nascosta del Signore“, sottolinea. Spiega, poi, che “Noi, corriamo per produrre, per dimostrare, ma il Vangelo ci insegna che saperci fermare è un gesto di fiducia che dobbiamo imparare a compiere“.

Il tempo vuoto come grembo di resurrezione

Papa Leone fa notare come anche il tempo che ci appare inutili, quello fatto di pause, di vuoti, di momenti sterili, può diventare “grembo di resurrezione“. Questo perché “ogni tempo sospeso può diventare tempo di grazia se lo offriamo a Dio“.

Non dobbiamo avere fretta, dunque, è questo l’insegnamento del papa. “Occorre restare, accogliere il silenzio, lasciarci abbracciare dal limite” è l’indicazione che ci dà. Non bisogna porsi a cercare risposte rapide, soluzioni immediate, perché “Dio lavora nel profondo, nel tempo lento della fiducia“. Ciò che dobbiamo comprendere e tenere bene a mente è dunque che “la speranza cristiana non nasce nel rumore, ma nel silenzio di un’attesa abitata dall’amore. Non è figlia dell’euforia, ma dell’abbandono fiducioso“.

La Vergine Maria incarna quest’attesa, e a Lei dobbiamo guardare nei momenti di vuoto, tenendo a mente il Sabato Santo con la “speranza che quanto è vissuto nell’amore certo risorgerà a vita eterna“.

L’appello al “cessate il fuoco”

Al termine dell’Udienza papa Leone ha ringraziato i fedeli che nelle varie lingue gli hanno fatto gli auguri per l’onomastico che cade oggi, nella memoria liturgica di San Roberto Bellarmino. Rivolgendosi ai pellegrini polacchi ha ricordato la figura dei San Stanislao Kostka, che verrà ricordato domani e ha invocato la sua intercessione affinchè i giovani portino a compimento la loro vocazione.

In dialogo con i fedeli di lingua araba ha poi espresso la sua vicinanza al popolo palestinese e di Gaza. Ribadendo il principio di inviolabilità della vita umana, che è sempre da rispettare e da custodire, papa Leone ha rinnovato l’appello al “cessate il fuoco”, al rilascio degli ostaggi e alla soluzione diplomatica negoziata, così come al rispetto integrale del diritto umanitario internazionale. Ha invitato tutti ad unirsi alla sua accorata preghiera “affinché sorga presto un’alba di pace e di giustizia“.

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