All’Udienza Generale del mercoledì papa Leone XIV ha indicato la preghiera da ripetere a Gesù per chiedergli di guarire le nostre più profonde ferite, certi del suo ascolto.

L’Udienza Generale di oggi, mercoledì 11 giugno, di papa Leone XIV ha preso inizio con qualche minuto di ritardo per il protrarsi di un lungo giro in papamobile del pontefice. La folla in piazza San Pietro era veramente tanta, e il Santo Padre non ha lesinato saluti e benedizioni, scambiando anche qualche parola a qualcuno e rivolgendo così la sua premurosa attenzione.
Tema della catechesi di questa Udienza è stato il brano evangelico della guarigione del cieco di Gerico tratto dal Vangelo di Marco 10, 46-52. Il personaggio guarito da Gesù è Bartimeo e sulla sua figura, icona dell’uomo di ieri, oggi e sempre, si è soffermata la riflessione del papa.
Papa Leone XIV all’Udienza Generale indica la preghiera da rivolgere a Gesù
Con il cuore vicino alle ferite che ognuno porta con sé il Santo Padre ha invitato accoratamente a “mettere davanti al cuore di Cristo le vostre parti più doloranti o fragili, quei luoghi della vostra vita dove vi sentite fermi e bloccati“.

“Chiediamo al Signore con fiducia di ascoltare il nostro grido e di guarirci“, ha aggiunto. Si è concentrato poi sulla figura di Bartimeo sottolineando che non bisogna mai abbandonare la speranza, neppure quando ci sentiamo perduti.
Il cieo e mendicante Bartimeo, che Gesù incontrò a Gerico nel suo viaggio verso Gerusalemme. Questa città sotto il livello del male rappresenta ognuno di noi che può rinascere dal basso dei suoi peccati attraverso una relazione, quella con il Signore. Nel grido di aiuto di Bartimeo il papa indica la preghiera che tutto dobbiamo rivolgere a Gesù.
Il Signore ascolta il nostro grido di aiuto
Le ferite della vita, la sofferenza, molte situazioni che sembrano senza via d’uscita possono bloccare. Ma come insegna il mendicante Bartimeo bisogna chiedere, con forza, anche gridando. Ed è proprio questo grido che, indica il papa, dobbiamo prendere a modello.
Questo grido è diventato una preghiera molto diffusa nella tradizione orientale della Chiesa. Papa Leone invita ad utilizzarla: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore“. Questa semplice e basilare invocazione esprime tutta la richiesta di aiuto che parte dal fondo dell’anima.
Il grido di Bartimeo nasce dalla fede perchè lo riconosce pur non vedendolo con la vista. E, dice il papa, “non c’è nessun grido che Dio non ascolti“. Il Signore non va da lui, aspetta che sia il cieco ad alzarsi. Questo perché aspetta la sua scelta di rialzarsi.
E per fare questo Bartimeo deve compiere un gesto molto significativo: lasciare il suo mantello, che per un mendicante rappresentava tutto, la sicurezza, il sostegno. Ciò sta ad indicarci che “molte volte quello che ci blocca sono le nostre apparenti sicurezze“, dice il Santo Padre.
È la fede che salva
Il passaggio fondamentale per ogni cammino di guarigione, aggiunge, è portare al Signore tutta la nostra vulnerabilità. E alla domanda di Gesù su cosa vuole che faccia per lui, Bartimeo usa un verbo che indica non solo di tornare a vedere, ma di volgere lo sguardo in alto.
Non vuole perciò solo la vista fisica, ma che gli sia restituita la sua dignità, che in lui ci sia una guarigione interiore oltre che esteriore. “Ciò che salva Bartimeo e ciascuno di noi, è la fede“, afferma il papa. Il cieco di Gerico ha scelto liberamente di seguire Gesù e lo ha fatto.
Papa Leone ha concluso invitando a “portare con fiducia davanti a Gesù le nostre malattie, quelle dei nostri cari, il dolore di quanti si sentono persi e senza via d’uscita. Gridiamo anche per loro e siamo certi che il Signore ci ascolterà e si fermerà“.
Giugno, mese del Sacro Cuore
Il pensiero del Santo Padre è andato poi, in risposta a ciascun gruppo di pellegrini nelle varie lingue. Ha ricordato, in riferimenti ai pellegrini polacchi, la tradizione di celebrare nel mese di giugno il Sacro Cuore di Gesù e ha esortato, loro, come tutti, a chiedere al Signore che ci faccia conoscere il suo Sacro Ciore e che ascolti il nostro grido.
Il pontefice ha poi rivolto un pensiero di dolore e vicinanza per le vittime della tragedia avvenuta nella scuola di Graz, in Austria, dove in una sparatoria il killer ha ussiso 11 persone. Al termine dell’Udienza, come di consueto, si è cantato il Padre Nostro in latino .