Ho ucciso il mio migliore amico ma Dio mi ha perdonato, devo dirlo a sua madre

 

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La storia di Esteban Lee Goff è un racconto di passione, rabbia, dolore e pentimento che ben si collega alla parabola della pecorella smarrita. Nel 1990, quando aveva solamente 18 anni, Esteban aveva intrapreso una brutta strada, insieme al suo amico Ricky si era messo a fare rapine. La polizia era sulle loro tracce ed un giorno spaventato e in preda all’ira ha accoltellato e sepolto il suo amico dopo una discussione violenta. Un anno più tardi un cacciatore ha ritrovato il corpo di Ricky, la polizia è andato ad interrogarlo, ma lui ha negato tutto e le investigazioni non hanno portato alla luce prove sufficienti ad incriminarlo.

 

Esteban l’aveva fatta franca, eppure il dolore per il delitto commesso lo attanagliava. Decise di chiudere con le attività illecite, si costruì una famiglia ed ebbe persino un figlio, la brutta storia di Ricky e dell’omicidio per un lungo periodo fu sotterrata. Nel 2012 arriva la svolta, il fantasma di Ricky si ripresenta il giorno della morte di sua madre:”Ora sa che suo figlio ha ucciso un altro essere umano”, ha pensato tra se e se, inoltre l’idea che la madre del suo amico non sapesse chi era l’assassino di suo figlio ha cominciato a tormentarlo:”Ho anche iniziato a pensare alla madre di Ricky. Non aveva forse il diritto di sapere come fosse morto suo figlio?”.

 

La sua coscienza lo torurava quotidianamente ma non si decideva a fare un passo avanti. Ad un anno dalla morte della madre, Esteban ha sentito per caso le prime parole di Papa Francesco dopo l’Habemus Papam”, colto da una strana sensazione di benessere ha preso in mano la Bibbia: ”Mi è sembrato che le parole di Gesù saltassero fuori dalla pagina. Ho letto il suo avvertimento impressionante sulla necessità di riconoscerlo pubblicamente e le conseguenze del negarlo”. Dopo aver letto la parabola della pecora smarrita e le parole di Gesù: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi” si è convinto che era arrivato il momento di confessare i suoi peccati.

 

Salito sul suo furgone con la mente ingombrata da mille pensieri, Esteban ha fatto 1600 chilometri senza una meta (dal New Jersey a Detroit e ritorno), lungo il cammino si è fermato in una dozzina di chiese, sentiva il bisogno di pregare anche e sopratutto perché era stato lontano da Dio per troppo tempo: “ Ero un cattolico battezzato, ma avevo perso la fede e mi ero allontanato da Dio da molti anni. Da qualche tempo, però, qualcosa mi pesava gravemente sulla coscienza, e per tutto quel fine settimana ho pregato chiedendo perdono e coraggio per concretizzare quello che avevo già deciso di fare”.

 

Dopo aver chiesto il perdono di Dio è andato a confessare il suo terribile peccato alla centrale di polizia: era lui l’assassino di Ricky che cercavano da 23 anni. Forte del perdono di Dio, questo peccatore convertito e pentito oggi vive serenamente la sua condizione di carcerato (sconta la giusta penitenza) e cerca di diffondere il messaggio di Gesù nel migliore dei modi. Presto si è accorto, però, che i carcerati, in lotta continua contro i loro demoni, sono poco ricettivi, e che la prigione non è il posto giusto per diffondere il messaggio di Gesù, come fare allora? L’illuminazione gli è arrivata quando ha visto una copia del settimanale cattolico ‘The World  Among Us’ a cui ha raccontato la sua storia con l’intento di aiutare chi si trova nella sua condizione: ”Ora chiedo al Signore di usarla per dare speranza a voi o a qualcuno che conoscete. Il mio desiderio più grande è che la mia testimonianza serva ad aiutare almeno un’anima tribolata, come la persona che ero io prima della mia confessione”.

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