Un nuovo storico anniversario ricorre oggi in Terra Santa

Ricorre oggi l’attesa celebrazione e sembra destinata a portare consolazione e speranza in questo momento. Come altri luoghi del mondo, la Terra Santa è rimasta scossa dalla pandemia. 

Lo stato di Israele, che pure adesso detiene il record di vaccini effettuati, è anche una delle nazioni più colpite dal Covid. Più ancora che per la pandemia in sé, comunque, la Terra Santa soffre per l’assenza dei pellegrini, che si perdura ormai da un anno.

Ricorre però oggi nuovo plurisecolare anniversario francescano, la cui celebrazione sembra destinata a portare consolazione e speranza. Prendeva forma, infatti, il 14 febbraio 1421, la missione dei Commissari di Terra Santa. Il loro apostolato è stesso da seicento anni: sostenere, promuovere, valorizzare la missione della Custodia della Terra Santa dando forma a una rete ecclesiale e di azione sociale.

Gratitudine del Papa

Sostengo e benedico questo servizio prezioso e mi auguro che possa essere sempre più seme di fraternità”, scrive papa Francesco nella lettera indirizzata per l’occasione al custode della Terra Santa, padre Francesco Patton OFM. Quest’ultimo ha, a sua volta, ringraziato il Pontefice, definendo il servizio svolto dai Commissari “prezioso e per tanti versi insostituibile”.

I Commissari furono istituiti nel 1421 con la bolla His quae pro ecclesiasticarum di Papa Martino V, che conferiva loro l’incarico di raccogliere fondi per la Terra Santa. L’iniziativa più importante portata avanti dai Commissari è probabilmente l’annuale Colletta pro Terra Sancta.

I 67 Commissariati al momento attivi celebreranno la loro messa di ringraziamento lunedì 15 febbraio, alle 6.30, presso l’Edicola del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

A 600 anni di distanza la Custodia vuole celebrare questo istituto e dire grazie a Dio e alla Chiesa per l’autorizzazione di questa istituzione – ha riferito a Vatican News fra Marcelo Chichinelli, responsabile dell’Ufficio Coordinamento Commissari di Terra Santa –. Vogliamo comunicare al mondo che non siamo fermi a 600 anni fa, ma questa figura si è sempre evoluta seguendo i tempi e camminandogli accanto anche attraverso i congressi dei commissari e il lavoro continuo di animazione”.

Padre Larry e la sua vocazione rifiorita

Padre Larry Dunham, guardiano e commissario del Monastero Francescano della Terra Santa a Washington, si è recato in Terra Santa per la prima volta nel 2013, all’età di 65 anni. Lì ha avuto la grazia di sentire rinnovato il fervore provato nel cuore al momento della sua vocazione.

Dove Gesù è nato, dove Gesù ha camminato, vissuto, e svolto il suo ministero, dove ha sofferto ed è morto. Questo è il centro della nostra fede e ci fonda nella nostra fede, sono le fondamenta stesse della nostra fede”, dichiarato il frate statunitense a Catholic News Service. Pensare alle persone della Terra Santa come discendenti dei primi che hanno sentito la parola di Dio predicata loro nella prima Pentecoste, è qualcosa che “mi fa venire la pelle d’oca, ha confidato padre Dunham.

La presenza dei frati e le loro “opere buone” hanno dato speranza agli abitanti di questa regione, anche nelle fasi più drammatiche e conflittuali della storia recente.

Il convento francescano sito nel quartiere Brookland a Washington, dove risiede padre Dunham, è stato istituito nel 1899. Il convento ospita repliche di diversi luoghi santi in Medio Oriente e aiuta i fedeli impossibilitati a recarsi in Terra Santa a stabilire un contatto con i luoghi santi.

Durante la pandemia, la chiesa del monastero è rimasta chiusa. Durante il giorno, sono però rimasti aperti i giardini e ciò ha rappresentato una consolazione per i frati e per i fedeli.

I francescani di Brookland organizzano anche pellegrinaggi in Terra Santa, completamente sospesi dall’inizio della pandemia. Questa mancanza è stata “una vera perdita per noi”, ha detto padre Dunham a CNS. I pellegrinaggi aiutano a sostenere il lavoro dei francescani in Terra Santa e al monastero ma anche i gruppi di pellegrini “sostengono davvero il popolo di Terra Santa”, ha detto.

Terra Santa: luogo di conversioni “alla San Paolo”

Padre Dunham si è fortemente rallegrato delle generose donazioni dei pellegrini, sia nei confronti delle ciese che delle imprese locali. Rimane però la “perdita spirituale” del mancato pellegrinaggio. “Nulla quanto un pellegrinaggio aiuta ad ottenere una conversione, è come essere San Paolo in cammino verso Damasco – prosegue il frate –. Le persone non tornano mai le stesse, approfondiscono la loro fede. Non potranno mai più ascoltare la Scrittura allo stesso modo. Si innamorano del Signore”.

Uno dei compiti del commissario è promuovere i pellegrinaggi ma anche promuovere la comprensione della Terra Santa, ha detto padre Dunham. I cattolici sono sempre incoraggiati a compiere un pellegrinaggio spirituale, ad esempio recitando la Via Crucis.

La grande devozione della Via Crucis è nata dalla missione di promuovere la Terra Santa”, ha detto padre Dunham. La pandemia è stata dura per tutti, Terra Santa compresa. Tuttavia, come ha spiegato padre Dunham, questo è solo l’ultimo “flagello” che ha colpito la regione.

Ai tempi di Gesù, c’erano l’occupazione romana, ha ricordato, e Gesù “doveva vivere in territorio occupato con tutto ciò che questo comportava”. Eppure, la grazia di Dio è ancora presente e non ha mai lasciato quel luogo, nonostante tutte le difficoltà” e questo è a dir poco “miracoloso, ha concluso.

Luca Marcolivio

Fonti: Vatican News / Catholic News Service

 

 

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