Il recente scavo archeologico in Terra Santa ha confermato la presenza di un’antica Chiesa. Gli esperti sono risaliti all’epoca in cui essa era attiva.
Lo scavo che ha portato alla luce l’importantissimo reperto archeologico è stato effettuato, come riporta Aleteia, a circa 10 chilometri dal Monte Tabor. Lo studio ha preso corpo grazie alla collaborazione tra l’Autorità israeliana per le antichità (Aia) e l’Istituto universitario Kinneret.
Il sito presso cui è stato rinvenuto l’edificio di culto, che gli esperti datano al VI secolo, con ogni probabilità, faceva parte, nell’epoca in cui era attivo, di un più ampio complesso monastico. Come riporta la fonte, si tratta di una Chiesa a tre absidi rinvenuta all’interno del sito collocato nel villaggio di Kfar Kama. Monsignor Youssef Matta, Arcivescovo di Akka-San Giovanni d’Acri, si è dimostrato molto entusiasta della recente scoperta.
Tra i reperti recentemente portati alla luce, grazie alla collaborazione dei due enti, c’è anche un piccolo reliquiario, caratterizzato da una scatola in pietra. La Chiesa bizantina rinvenuta presenta le misure di 12 metri in larghezza e 36 in lunghezza. All’interno delle sue mura, la Chiesa ospitava diversi spazi, tra cui anche uno spazio riservato ai catecumeni e ai penitenti. Tra gli altri spazi, vi era anche il luogo in cui erano custodite le reliquie.
La piccola Chiesetta che, come ricordato, faceva forse parte di un complesso monastico, si presenta con la navata centrale e quelle laterali caratterizzate da una pavimentazione in mosaico. Diverse sono poi le decorazioni all’interno dell’edificio di culto: si va infatti dai classici motivi geometrici a quelli floreali, di colore blu, nero e rosso.
Questo rinvenimento, di cui ancora si deve studiare molto, offre però, a tutti gli studiosi e agli appassionati di storia e archeologia cristiana, un dettaglio non indifferente: l’importanza del sito cristiano di Kfar Kama in epoca bizantina. Secondo alcuni studiosi, questo sito, probabilmente, coincideva con l’antica Helenopolis, fondata dall’Imperatore Costantino in onore di sua madre, Sant’Elena. Allo stesso tempo, questa scoperta lascia molti interrogativi, sui quali si dovranno effettuare importanti analisi storiche. Ad esempio, ci si chiede quali fossero i contatti e le relazioni con i villaggi confinanti. Su questa tematica, gli storici e gli archeologi, sono già al lavoro.
Fabio Amicosante
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