Te Deum: come nasce e perché si recita il 31 dicembre?

Il Te Deum è l’inno di ringraziamento che si recita, o si canta, a seconda, per la fine dell’anno. Chi l’ha scritto, e perché la tradizione lo vuole il 31 dicembre? La sua breve storia ci da queste ed altre risposte. 

Si tratta di un Inno che ha origini antiche, tanto da essere definito “l’Inno per eccellenza della Chiesa”.

te deum
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Secondo alcune ricostruzioni non confermate ufficialmente dalla Chiesa circa le sue origini, sarebbe stato composto addirittura da Sant’Agostino e Sant’Ambrogio: è l’inno di ringraziamento e, proprio per questo motivo, lo si canta durante la celebrazione del 31 dicembre.  Ma solo in questo caso è cantato?

In che occasioni è cantato il Te Deum?

Per la Liturgia, essendo un inno di ringraziamento, in tutte le parrocchie per convenzione è cantato il 31 dicembre. Ma, se andiamo a spulciare nello specifico, esso è cantato anche in altre occasioni:

  • Prima che si sciolga il Conclave, subito dopo la fumata bianca dell’elezione del nuovo Papa;
  • Alla fine di un Concilio.

Ci sono anche altre occasioni in cui si canta il Te Deum:

  • Nella Liturgia delle ore viene recitato alla fine dell’Ufficio delle letture nelle solennità, nelle feste, la domenica, tranne quelle di Quaresima, nei giorni fra l’ottava di Natale e quelli fra l’ottava di Pasqua;
  • È utilizzato, anche, assieme ai cantici ordinari delle Preghiere del Mattino nel Libro delle preghiere comuni.

Le origini del Te Deum

Ma chi l’ha scritto? Chi l’ha cantato per la prima volta? Due sono le leggende attribuite a questo Inno. La prima è quella che vede il Te Deum intonato da Sant’Ambrogio il giorno del battesimo e della conversione di Sant’Agostino, nell’anno 386 d.C.

La seconda, invece, vede la stesura definitiva del testo (esattamente quello che recitiamo noi oggi) da parte di un vescovo, un certo Niceta, alla fine del IV sec. D.C.

Vi è anche una terza ipotesi: tradizionalmente veniva attribuito a san Cipriano di Cartagine secondo una leggenda dell’VIII sec. D.C.

In quante parti è suddiviso l’inno

Ma in quante parti esso è suddiviso? In tre parti, ognuna della quali ha un significato ben preciso:

  • La prima parte è una lode trinitaria a Dio Padre, con la caratteristica del contenere al suo interno la ripetizione per tre volte della parola “Sanctus” (ovvero “Santo”);
  • La seconda parte è una lode a Cristo e alla sua redenzione per noi;
  • La terza parte è un insieme di suppliche, che riprendono anche i versetti dei Salmi.

Una preghiera di ringraziamento solenne e ricca, convenzionalmente recitata a fine anno, ma che ogni cristiano, secondo l’Ufficio delle Letture quotidiane, potrebbe recitare ogni giorno, ringraziando Dio per ogni giorno vissuto.

Te Deum laudamus: noi ti lodiamo Dio!

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico figlio e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, Re della gloria, eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla Vergine Madre per la salvezza dell’uomo. Vincitore della morte, hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, che hai redento col tuo sangue prezioso. Accoglici nella tua gloria nell’assemblea dei santi. Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli.

Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno. Amen

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