Strage di Las Vegas: Matthew fa scudo col suo corpo, e la ragazza si salva FOTO

Forse per ogni terrorista ci sono altrettanti eroi, che cercano, con ogni mezzo, di portare in salvo le vittime di un attentato, forse.

In realtà, dovremmo sperare che atti di violenza programmati siano soffocati sul nascere e non accadano mai più.

Ma -si sa- questo implicherebbe una pace e un rispetto globali, che sono ancora lontano dall’essere desiderati e resi possibili.

In ogni caso, mentre i Tg riempiono i loro palinsesti, parlando di Stephen Paddock, delle sue origini, della sua parentela prossima, delle sue intenzioni e di cosa l’abbia portato a diventare l’attentatore di Las Vegas, fa, in qualche modo, bene al cuore ricordare qualcuna delle tante persone che, durante quei terribili istanti, abbia saputo pensare agli altri, incurante del pericolo.

Matthew Cobos, un giovanissimo ragazzo, ad esempio, ha dapprima protetto col proprio corpo quello di una ragazza che stava per essere presa nella mira del 64enne impazzito, durante il Festival Country, poi è tornato indietro, nella mischia, per aiutare tutte le persone che poteva e che erano rimaste ferite.

La foto di Matthew che, gettatosi a terra, copre il corpo della ragazza col suo, sta spopolando sui Sociali ed ora si è saputo che lui lavora alle Hawaii, per conto dell’esercito americano.

Il fotografo David Becker di Getty Images, lo ha immortalato in quel drammatico momento ed ha spiegato che la ragazza si è poi rialzata, sana e salva, e che Metthew, invece, non ha cessato di agire.

C’è stato poi Jonathan Smith, un trentenne che cercava di godersi il concerto coi familiari.

Lui è un riparatore di fotocopiatrici. Quando sono cominciati gli spari, ha cercato di portare in salvo chiunque gli capitasse davanti, indicando una via di fuga, un parcheggio li vicino, che lui aveva individuato.

E ha ripetuto questo gesto generosissimo e altruistico, fino a che non è stato colpito da un proiettile e, a sua volta, tratto in salvo da un poliziotto: “Chiunque avrebbe fatto quello che ho fatto io, ma non chiamatemi eroe. Sto sentendo troppo spesso quella parola. Ma io non ho fatto nulla di speciale.”. “Ho fatto qualcosa di importante? Probabilmente no, ma se io fossi nei guai e qualcuno mi vedesse, vorrei che tornasse indietro per aiutarmi, no?”.

Così la racconta candidamente Jonathan, vivo solo perché Tom McGrath, il poliziotto che lo ha trovato, ha immesso le proprie dita nella sua ferita al collo, per fermare l’emorragia.

E pare che, in questo modo, durante quella tragedia immane, una catena solidale abbia fatto il suo corso.

Dice il poliziotto alla CNN: “Quel ragazzo ha avuto un grande coraggio.”. “È una persona che può ispirare gli altri a far meglio, ha sicuramente fatto un lavoro meraviglioso e sono stato felice di essere lì ad aiutarlo.”.

Ed eccolo li, l’Amore che si propaga, a dispetto di ogni umana pessima intenzione!

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