Storico accordo tra Kim e Trump, miglioreranno le condizioni di vita dei cristiani?

Storico accordo tra Kim e Trump, miglioreranno le condizioni di vita dei cristiani?Il tanto atteso incontro tra Donald Trump e Kom Jong-un si è svolto ieri nella città-stato di Singapore all’interno del lussuoso Hotel Cappella. Il raggiungimento di un accordo tra le due nazioni fa ben sperare i cristiani presenti nel Paese asiatico che da anni sono perseguitati per via della loro religione. Sebbene sia ancora presto per capire quali saranno i risvolti sociali all’interno della Corea del Nord, il primo passo verso una relazione stabile tra le due nazioni è stato compiuto. Alla simbolica stretta di mano tra i due leader, infatti, si è aggiunta la firma di un accordo che prevede l’impegno per il mantenimento di una pace stabile nella penisola coreana e quello per un totale disarmo nucleare, prima e principale preoccupazione a livello internazionale negli ultimi anni.

L’appello del papa e la soddisfazione della Comunità di Sant’Egidio

Da tempo Jorge Bergoglio spingeva affinché Stati Uniti e Corea del Nord trovassero un accordo pacifico alle loro divergenze. L’invito del Santo Padre si è ripetuto anche domenica mattina durante l’Angelus, il pontefice ha in quella occasione invitato i fedeli a pregare affinché l’incontro andasse a buon fine e si trovasse finalmente un’intesa: “Desidero nuovamente far giungere all’amato popolo coreano un particolare pensiero nell’amicizia e nella preghiera. I colloqui che avranno luogo nei prossimi giorni a Singapore possano contribuire allo sviluppo di un percorso positivo, che assicuri un futuro di pace per la Penisola coreana e per il mondo intero”.

Insomma pare che le preghiere del papa siano finalmente state ascoltate e di questo è molto lieta la comunità di Sant’Egidio che vede nell’impegno al disarmo nucleare non solo una chiusura del lascito della Guerra Fredda, ma anche un passo in avanti verso il totale disarmo a livello mondiale, obbiettivo inseguito da tempo da tutta la Chiesa. Chiaramente, viene sottolineato nel comunicato, è ancora presto per vedere un mondo libero da armi di distruzione di massa, ma potrebbe essere arrivato il momento per un miglioramento delle condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione.

Tra i più in difficoltà ci sono sicuramente i cristiani, la Corea del Nord infatti è da 17 anni inserita da ‘Open Doors’ tra i Paesi dove la vita dei cristiani è maggiormente a rischio. Secondo i vari dossier redatti dalle Nazioni Unite e dalla stessa associazione cristiana, infatti, i cristiani, se scoperti, rischiano di essere portati in centri di rieducazione in cui viene imposto loro un unico credo. Il numero di cristiani presenti nel Paese è difficilmente calcolabile (non esistono dati certi) anche se secondo le Nazioni Uniti si aggirerebbe tra i 200.000 ed i 400.000.

Luca Scapatello

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