Mentre inquirenti e medici legali di parte discutono su quali siano state le reali cause della morte delle 29 persone intrappolate sotto le macerie dell’Hotel Rigopiano, un dato pare ormai certo: molti di loro sono morti col cellulare in mano, mentre cercavano di rassicurare amici e parenti sulle loro condizioni di salute. Come riporta Il Messaggero, infatti:
Tutti gli ospiti erano radunati nella hall. Alcuni di loro, seduti accanto al camino, che in quel momento ardeva, forse a causa dell’urto della massa nevosa sono finiti a ridosso delle braci. Altri invece avevano tra le mani il telefono cellulare, aspettando il segnale che viaggiava a singhiozzo, per inviare qualche messaggio tramite WhatsApp, al fine di rassicurare familiari e amici, dopo le scosse di terremoto.
I 12 dipendenti del resort, invece, erano intenti a svolgere le loro mansioni nel momento in cui la valanga si è abbattuta su di loro.
Nella cucina c’erano le due cuoche, sorprese dalla morte ancora intente nella preparazione dei cibi. Anche l’addetto al ricevimento si trovava sul posto di lavoro, nella Reception della struttura. Il giovane, probabilmente si occupava pure del bar, collocato nella stessa stanza, in quanto aveva in mano il braccio della macchina del caffè.
Tra le macerie sono emersi molti effetti personali di uomini e donne rimaste sepolte e dei sopravvissuti. C’era una bambola, un pochino malconcia, che probabilmente appartiene a una delle bambine scampate alla morte. Un accendino, fogli, brandelli di borse, materassi, scarpe, valige, testimoni di vite vissute e spezzate. E poi giochi, tanti giochi, un tempo custoditi nella sala di intrattenimento per i più piccoli.
Ai 200 uomini che hanno prestato soccorsi in questi 7 giorni non resta altro che chiudere la zona rossa e portare dentro di loro le faticose e drammatiche operazioni condotte a Rigopiano.
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