La notizia della scomparsa del visitatore apostolico inviato dalla Santa Sede a Medjugorje, si è diffusa rapidamente in tutto il mondo.
L’arcivescovo polacco Henryk Hoser è morto. Si sarebbe spento martedì scorso, ma fino a poche ore fa non si era diffusa alcuna parola ed era stato garantito il massimo riserbo sulla salita in cielo del religioso.
Mons. Hoser aveva 78 anni, e ricopriva l’incarico di visitatore apostolico presso la parrocchia di Medjugorje, dopo la nomina di Papa Francesco. La notizia del decesso è stata confermata da più fonti. Una, in particolare, ne conferma l’autenticità, vale a dire quella di padre Przemysław Śliwiński dell’arcidiocesi di Varsavia.
Già da diverse settimane il sacerdote era in gravi condizioni, come documentato anche da La Luce di Maria. Il ricovero in ospedale sarebbe avvenuto intorno alla fine dello scorso mese di luglio, e in quel momento le sue condizioni erano già particolarmente gravi.
Da alcuni anni, quattro precisamente, l’arcivescovo Hoser soffriva di malaria, e di recente era stato contagiato anche dal coronavirus. Nelle scorse settimane sembrava che il suo stato di salute andasse migliorando, ma purtroppo è subentrata un’infezione a causa di un batterio.
“Bisogna vivere l’atmosfera di questo luogo, quella preghiera e quella liturgia. Bisogna seguire di persona il cammino del rosario e la Via Crucis, il racconto non basta…“, sono alcune delle ultime parole pubbliche rilasciate dal religioso al Sir, l’agenzia dei vescovi italiani, lo scorso 19 luglio, riferendosi a Medjugorje. “A Medjugorje molte persone si convertono davvero nel profondo dei loro cuori, ci sono molti casi di risveglio vocazionale, di cambiamento di vita”.
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Tutti speravano perciò che il religioso superasse al meglio ogni difficoltà e che rientrasse presto a Medjugorje, per portare avanti il suo incarico. Poi però è arrivato il ricovero d’urgenza. Infine la salita al cielo. Preghiamo affinché gli angeli possano accoglierlo al cospetto della luce eterna del Signore.
Giovanni Bernardi
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