Se Dio è Amore, perché allora esiste il male nel mondo?

 

Questa domanda viene fatta più spesso di quanto si possa pensare ed è sostenuta da una serie di teorie che mal spiegano (o non spiegano affatto) il comportamento ingiusto, immorale, egoistico, malvagio di tante persone, che pur si dicono educate alla cristianità o veneranti un qualche Dio di bontà.
Ci si chiede perché, inoltre, coloro che sono votati al male, gli adepti di Satana che si nascondono dietro artifici di guerre, attentati inneggianti la giustizia, politiche miranti a decimare i popoli affamati e i padri di famiglia senza lavoro, non vengano osteggiati dal Signore.

Rispondere alla questione, comprendere perché, se Dio è onnipotente e può sistemare qualunque cosa, non blocchi, non freni, non atterrisca chi voglia distruggere la vita altrui, presuppone un’ammissione di base: la nostra estrema ignoranza, o l’allarmante superficialità, in materia di fede e, specificamente, su ciò che accade già nei primi capitoli della Genesi.
“Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: “È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?”. Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”.”. Ciò che successe dopo ha prodotto anche la nostra situazione attuale.
Il male entra nel mondo, come opposizione al Bene supremo, e l’uomo costantemente sceglie che spazio dargli.
Che, poi, la scelta di perseguire il male, fatta da altri, si riversi anche sulle nostre esistenze e crei un immenso e insopportabile dolore, è fuor di dubbio, ma questo non deve indurci a desisteste dal credere nella giustizia divina.

Dio entra nella storia e ci salva

Dio stesso, tramite il suo unico Figlio, entrò nella sua creazione, nella storia, e assaggiò l’amaro sapore della sofferenza, prodotta dall’ingiustizia.
Gesù Cristo -non possiamo dimenticarlo- patì terribilmente l’effetto del male, fino alla condanna estrema, alla crocifissione. Grazie a questo, però, poté rilegare Satana nelle tenebre e ritagliare per noi tutti la fetta di eternità che ci spetta e che, a causa della ribellione di Lucifero a Dio, era stata fortemente compromessa.
Tuttavia il male, Lucifero, rimane il principe di questo mondo, per ora, e, in questo mondo, non può essere ancora definitivamente annientato, perché Dio abbia il tempo di redimere più anime possibili.

Se Dio annientasse il male di oggi

In questi tempi (come in altre epoche, in verità), eliminare il male in un sol colpo significherebbe perdere chi ancora potrebbe salvarsi.
Ciò che dobbiamo attendere, infatti, è la nuova venuta del Signore, oltre al quale il male non prevarrà mai più e la luce di Cristo Risorto abbaglierà e brucerà ogni meschinità.
C. S. Lewis scrisse: “Dio ci sussurra nei nostri piaceri, ci parla nella nostra coscienza, ma ci grida nel nostro dolore: è il suo megafono per risvegliare un mondo sordo”, mentre il Libro dell’Apocalisse promette: “Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. (…) Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”.”.
La pazienza di Dio per gli uomini è anche questo. Lui esprime tutto il suo amore per le creature attraverso il dono più grande che sia stato mai concepito: il libero arbitro, come quando, per puro affetto, lasciamo andare l’amato per vie che sappiamo già non opportune.
Ogni uomo è libero (libero arbitrio), in ogni istante della sua vita, di scegliere se compiere il bene o il male. Dio non interviene, perché il suo amore, il suo rispetto per noi, lo porta addirittura ad accettare che scegliamo di perderci per sempre, di consumare l’anima abbracciando l’inferno di Satana.

Questo è il mondo delle tentazioni e della prevaricazione dei prepotenti sugli innocenti, dei malfattori sugli uomini di buona volontà, non il Paradiso. Questa vita terrena schiaccia a terra il giusto, sotto il peso delle croci personali, sopraffacendo tutti noi, come un ladro nella notte.
Se ciò ci sconvolge oggi, pensiamo che un giorno tutti risponderemo delle nostre azioni e che la vita vera, non è questa sofferta che viviamo sulla terra, ma l’altra, quella che verrà.
Tutto alla luce della fede divine, dunque, una questione di prospettiva, se ci poniamo nella visione della vita eterna e consideriamo questa umana come il passaggio dovuto, perché ci purifichiamo dal peccato e dal tradimento atavico.

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