Scuola, proteste di piazza: troppe incognite sul rientro a settembre

Sulla scuola si stanno consumando in queste ore duri scontri. In Italia si sta per mettere in serio rischio il diritto allo studio?

Scuola settembre - incognita proteste
photo web source by Ansa

Quasi tutte le categorie interessate sembrano opporsi alle Linee Guida del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Famiglie, dirigenti scolastici, studenti, docenti e pure i sindacati. La parola d’ordine è: investire di più. Oppure a settembre sarà praticamente impossibile per i giovani tornare in aula.

Rientro a scuola a settembre: dubbi e incertezze

Nell’incontro tra il Ministro Azzolina e i sindacati sono stati messi sul tavolo tutti i nodi. A cui le Linee Guida, enormemente attese, non sembrano dare molte risposte, se non attraverso generiche indicazioni. La direzione che l’attuale governo intende intraprendere è quella dell’autonomia scolastica.

Che significa, in sostanza, che i presidi dovranno cercare di fare fronte alle difficoltà da soli e come meglio possono. In “autonomia“. E sono proprio i presidi i primi che si sono espressi in maniera negativa sulle scelte del ministro Azzolina. Nel loro richiamo si spiega che le norme di sicurezza previste dal Comitato Tecnico Scientifico non sono applicabili.

Studentessa scuola
Studentessa scuola (photo Pixabay)

Genitori, insegnanti e studenti sono scesi in piazza

Le indicazioni previste dal ministero, infatti, non puntano a superare le carenze di organico o di spazi per le lezioni al tempo del coronavirus, garantendo la sicurezza ad alunni e professori. Per questo genitori, insegnanti e studenti hanno deciso di scendere insieme in 60 piazze italiane.

“Da oggi in avanti grazie a queste linee guida che sono irricevibili per noi si apre una mobilitazione nazionale, permanente sulla scuola”, è la denuncia dei rappresentanti che ieri sono scesi in piazza. “Da due mesi chiediamo finanziamenti strutturali per la scuola e per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il virus ci ha mostrato problemi in questi mesi che la scuola si porta avanti da decenni”.

Rientro a scuola: i problemi che restano

Il ministro Azzolina ha cercato di fronteggiare la questione promettendo “tutto il sostegno necessario”, in particolare attraverso “un pacchetto di soluzioni e tutte le risorse che servono” per accompagnare fino a settembre “le scuole una per una”. Risposta che tuttavia non pare aver dato molte convinzioni alle parti sociali. Così, mentre fuori divampavano le proteste, durante il Cdm la ministra Azzolina ha chiesto un miliardo per la scuola.

Scuola Maturita futuro

Al momento, le norme di sicurezza per chi va nelle aule scolastiche restano le stesse. Lavaggio frequente delle mani, divieto di accedere nei locali della scuola con più 37,5 febbre, anche se però questa andrà misurata a casa. Per entrare in aula non si deve essere stati in quarantena o a contatto con soggetti positivi al virus.

Le regole per la scuola a settembre

I banchi dovranno essere distanziati tra di loro di un metro e di due metri dalla cattedra. Gli ingressi dovranno avvenire in maniera scaglionata, anche per evitare disagi nei traporti pubblici. Per l’obbligo di indossare la mascherina durante la lezione, invece, ci si penserà a settembre prima del rientro in classe.

Ma l’allarme è grave. “Solo per Roma e Provincia abbiamo 48mila studenti tra medie e superiori e la metà di questi rischiano di non essere inseriti in classe”, dice Mario Rusconi, presidente di Anp Lazio. La sfida è quella di utilizzare altri spazi per creare nuove aule a norma e poco distanti dalla scuola. Visto che, ad esempio, l’idea di fare lezione all’esterno non sarà percorribile nei mesi invernali.

coronavirus scuola
Un ragazzo studia per l’esame di maturità. Con l’emergenza coronavirus la formazione di tanti giovani è messa fortemente a rischio – sourceweb

I sindacati attaccano: “non c’è nulla di concreto”

“Il richiamo letterale all’autonomia delle scuole non può nascondere la mancanza di scelte ed indicazioni da parte del decisore politico”, dice Pino Turi della Uil. Che accusa il ministero di “deresponsabilizzarsi, inviando alle scuole, a partire dai dirigenti scolastici, l’obbligo e la responsabilità, anche legale, di individuare strade e soluzioni senza gli opportuni investimenti”.

Per il sindacato Gilda “non c’è niente di concreto”. Per la segretaria generale Cisl scuola Maddalena Gissi “mancano un cronoprogramma definitivo e risorse certe. Le domande sui tempi scolastici ridotti, le aperture frazionate, i plessi sovraffollati non hanno trovato alcuna risposta”.

Le critiche dei sindacati e degli analisti

In sostanza, la Gissi denuncia il fatto che “non c’è nessun accenno alle dimensioni del distanziamento. Non c’è una riapertura in grado di garantire alle famiglie e agli studenti misure di sicurezza”.

Il Corriere della Sera ha bollato il nodo della scuola come “la metafora di una Fase 3 che l’esecutivo non gestisce”. Quella cioè di una “ripresa autunnale” che presenta molte incognite per la tenuta economica del Paese, e che preoccupa.

La politica è incapace di offrire certezze?

“Sono tutti frammenti di una politica incapace di offrire certezze, e prigioniera di conflitti tra micro interessi che non riesce a comporre. Già il fatto che l’Italia sia tra i pochissimi Paesi europei a non avere riaperto le scuole ha seminato perplessità”, scrive il giornalista Massimo Franco.

La sensazione è cioè che la politica continui a scaricare la palla altrove, e a chiedere tempo quando di tempo sembra che se ne stia perdendo molto, dagli Stati Generali ai dibattiti su questioni totalmente marginali rispetto all’emergenza economica a cui il Paese rischia di andare gravemente incontro, secondo le prospettive di molti centri studi anche internazionali.

coronavirus scuola
Con l’emergenza coronavirus le scuole sono state chiuse e la didattica si svolge da casa – sourceweb

Le critiche al piano proposto dal Ministro

“Il piano proposto dal ministro competente è uno scarico di responsabilità sulle singole Regioni, i singoli presidi, i singoli insegnanti: da settembre si ricomincia, arrangiatevi”, scrive sempre sul Corriere l’editorialista Carlo Verdelli.

“Sì, ma i banchi singoli? E gli spazi per il distanziamento, con il 40 per cento degli edifici non a norma? E il personale docente che mancava già prima e che andrebbe rafforzato di almeno altre 100 mila unità per affrontare le lezioni in più turni? E gli assistenti, i bidelli, il corredo supplementare di fatiche per sanificare aule e ambiti comuni?”, chiede.

Bambino
Bambino a scuola (photo Pixabay)

“E la didattica a distanza, che pare certo proseguirà: dov’è il capitolo con le misure pratiche per superare le difficoltà di connessione e dotare tutti degli strumenti indispensabili per non restare tagliati fuori? Risposte non ci sono, o forse chi lo sa, magari il vento ce le porterà”.

Giovanni Bernardi

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