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Scomunicato Sacerdote accusato di pedofilia . La Chiesa non si tira indietro .

27/06/2015 di Redazione

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Si è conclusa oggi la vicenda di don Mauro Inzoli, con la sentenza definitiva della Congregazione per la Dottrina della Fede, firmata dal prefetto card. Müller, che recepisce quanto Papa Francesco ha deciso in merito.

La prima sentenza della Congregazione, resa nota nel dicembre del 2012, prevedeva che don Mauro Inzoli venisse dismesso dallo stato clericale. Don Mauro ha fatto ricorso alla Congregazione la quale, recependo quanto Papa Francesco ha stabilito accogliendo il suo ricorso, ha emanato il decreto definitivo.

Pubblichiamo in merito la lettera del vescovo mons. Oscar Cantoni a tutta la diocesi e il comunicato ufficiale.

 

LA LETTERA DEL VESCOVO 

MONS. OSCAR CANTONI

Crema, 26 giugno 2014

Cari Fratelli e Sorelle:

la Congregazione della Dottrina della fede, su incarico di Papa Francesco, mi ha fatto pervenire un decreto con il quale infligge una “pena medicinale perpetua” nei confronti di don Mauro Inzoli.

Molti, e da tempo, si attendevano un pronunciamento definitivo e chiarificatore. Da parte mia, in questo momento in cui la nostra Chiesa è di nuovo provata, condividendo i sentimenti delle persone ferite, sento il dovere di intervenire perché la voce del Pastore aiuti a interpretare nella giusta prospettiva il pronunciamento ecclesiale che viene ora diffuso in forma di “comunicato”.

Come cristiani siamo invitati ad accogliere sempre con un atteggiamento di fede le indicazioni che ci vengono offerte dalla santa madre Chiesa e a tradurle subito in preghiera, così da evitare inutili, quanto dannosi giudizi, che certo non contribuirebbero a creare un clima di distensione e di pace.

L’invito che rivolgo è dunque di considerare il giudizio nei confronti di don Mauro alla luce di un binomio inscindibile: quello della verità e della misericordia insieme. Senza queste due componenti, a cui la Chiesa si rifà nella sua azione pedagogica, ci ridurremmo a classificazioni di parte, tipiche di una “mentalità mondana”, ma ben lontane da quello spirito ecclesiale, la cui finalità è sempre di accompagnare maternamente i suoi figli, anche quando sbagliano, piuttosto che far prevalere giudizi di condanna.

In nome della verità, in questi anni, sono state eseguite rigorose ricerche, che hanno comportato pazienti e sofferti confronti con le persone che hanno riferito i fatti. La Chiesa ha preso atto della situazione, ha condiviso le sofferenze riportate, ha aiutato le vittime a ritrovare serenità e speranza, e ha concluso che don Mauro potesse riparare responsabilmente le ferite causate dal suo comportamento attraverso “una vita di preghiera e di umile riservatezza come segni di conversione e di penitenza”.

La pena inflitta dalla Chiesa, che doverosamente ha fatto verità, va coniugata, però, insieme alla misericordia, dal momento che Dio vuole la salvezza di tutti e non esclude mai nessuno dal suo amore. “Nessuna miseria è troppo profonda, nessun peccato terribile, perché non vi si applichi misericordia”1.

Questa è la prospettiva a cui invito ciascuno a fare riferimento perché anche questo momento, doloroso e triste, che il Signore permette nei confronti della nostra Chiesa, sia considerato come un passaggio purificatore, ma insieme benefico e fecondo, dello Spirito di Dio.

+ Oscar Cantoni, vescovo

 

COMUNICATO  UFFICIALE A CONCLUSIONE

DELLA CAUSA DI MONS. MAURO INZOLI  

 

In data 12 Giugno 2014 è giunto al Vescovo di Crema, Mons. Oscar Cantoni, da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Decreto recante le disposizioni del Santo Padre a conclusione del caso del Rev. Mauro Inzoli, che diventano vincolanti a partire dal giorno di notifica del Decreto all’interessato (25 giugno 2014).

Tale Decreto recepisce quanto Papa Francesco, accogliendo il ricorso di don Mauro, ha stabilito.

In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza.

Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale. Don Mauro non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente. Non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano. Non potrà assumere ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo.  Non potrà dimorare nella Diocesi di Crema, entrarvi e svolgere in essa qualsiasi atto ministeriale. Dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia.

 

L’inchiesta di Cremona su don Mauro Inzoli 65 anni, il discusso sacerdote amante del lusso (don mercedes) già ai vertici di Comunione e Liberazione. Le vittime avevano meno di 12 anni, sarebbero state molestate nel suo studio e durante le vacanze nelle strutture cielline.Rischia una pena fino a 12 anni.

Il procuratore della Repubblica, Roberto di Martino, ha appena chiuso le indagini e gli otto episodi di abuso si sarebbero verificati tra il 2004 e il 2008, quando don Inzoli era rettore del liceo linguistico Shakespeare di Crema nonché parroco della Santissima Trinità della stessa cittadina.

 

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