Pochi giorni fa tutti i quotidiani americani hanno raccontato la storia di Jaime Maldonado-Aviles, il neuroscienziato che dopo anni di specializzazioni e ricerca sul funzionamento del cervello umano nella prestigiosa Università di Yale ha deciso di abbracciare Cristo entrando da seminarista al Theological College presso la Catholic University di Washington.
Lo scienziato ha spiegato ai media che ultimamente sentiva una costante vocazione e che ad un tratto non ha potuto fare a meno di assecondarla: “Questa costante intuizione che forse ero stato chiamato a servire il mondo in un modo diverso, era sempre più frequente”. Quello che non si aspettava era di trovare tra i banchi della nuova università molti dei colleghi che avevano frequentato i corsi di Yale con lui.
Come tutti anche Maldonado era convinto che per molti fosse impossibile coniugare scienza e fede, ma quegli incontri lo hanno fatto ricredere. A testimonianza del fatto che i due campi di studio non siano poi così distanti ci sono le dichiarazioni del card. Donald Wuerl, Arcivescovo di Washington, che spiega come molti studenti di scienze varie: “Cercano Dio dopo aver trovato la scienza”, e quelle del Sacerdote e professore del Pope St. John XXIII Seminary Ken Watts, il quale durante i suoi anni di insegnamento teologico ha accompagnato nei corsi più scienziati che altre tipologie di studenti: “Quando le questioni morali ruotano attorno alle aree medico-scientifiche, è certamente utile avere persone che capiscono perfettamente di cosa si parla così da chiarire davanti all’opinione pubblica il pensiero della Chiesa”.
Lo stesso Maldonado spiega come il suo campo di studi possa avvicinare alla fede: “La complessità e, tuttavia, l’ordine con cui le cose funzionano nel nostro corpo e nel nostro cervello, ti fa pensare che ci sia più di una semplice casualità”. Ma nel suo caso non si è trattata di una semplice osservazione scientifica della perfezione del nostro corpo ad indurlo ad accogliere Dio, bensì il dilemma morale che gli si è posto davanti quando è venuto a conoscenza di come si svolgevano gli studi sul cervello umano in alcune facoltà d’Europa, attraverso l’analisi dei feti abortiti: “Avrei mai compromesso la mia fede sotto la pressione per il successo?”.
Questo dilemma lo ha portato ad optare in toto per la sua fede, d’altronde come dice lui stesso se è vero che la fede ha molto da imparare dalla scienza, lo stesso vale a parti invertite.
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