Nella serie di cartoni animati Disney “The Owl House” pare che sia stato inserito, a differenza di tutti gli altri, il primo personaggio bisessuale.
Tanto per dare una prova tangibili a chi ancora continua a sostenere che “l’ideologia gender” non esiste. Il cartone animato racconta la storia di una bimba di 14 anni che entra in un’altra dimensione, e che lì imparerà a fare la strega. L’autrice della serie Disney Dana Terrace ha così sentito il bisogno di rendere noto su Twitter la notizia che ha voluto creare un “personaggio più inclusivo”, essendo lei bisessuale.
Nel sedicesimo episodio dal titolo “Enchanting Grom Fright” la protagonista viene invitata al ballo della scuola dalla compagna Amity. Sarà l’occasione affinché questa intrecci una relazione con lei, dopo che in passato aveva avuto cotte per compagni maschi. In Italia ciò ha sollevato le proteste dell’associazione Pro Vita e Famiglia, che ha poi ricordato che già nel 2017 la Disney aveva introdotto il suo primo personaggio omosessuale nella serie “Andi Mack”.
Negli Stati Uniti alcune mamme si sono riunite in associazione per denunciare il contenuto del cartoon, che hanno apertamente giudicato di stampo “demoniaco”, presentando innanzitutto la stregoneria in termini positivi. Quando è cosa nota che dietro il mondo dell’occultismo e dell’esoterismo ci siano rischi e problemi nient’affatto leggeri e divertenti, ma una voragine di sette e gruppi che si riuniscono per commettere le peggio atrocità. Spesso, bisogna dirlo a onor del vero, di stampo occultista e satanista.
A tutto questo ora si è aggiunta anche la questione delle tematiche Lbgt presentate ai più piccoli come “buone” e “auspicabili”. Ma è giusto indottrinare i più piccoli con queste assurdità? Molti pensano che il legame tra l’occultismo e il satanismo e quello delle fuorvianti tematiche Lgbt sia conseguenziale. In ogni caso, nel cartone animato la ragazzina si presenta al ballo della scuola vestita per metà in frac nero e per l’altra metà in tutù rosa.
Ma a quale pro? Presentare un messaggio di bisessualità buona, al fine di difendere gli “oppressi” oppure di indottrinare bambini innocenti? Il rischio è che siano proprio loro i primi ad essere oppressi da questo tipo di messaggio che crea grande caos nelle menti giovani e deboli, con il rischio che tutto questo lo pagheremo caro nei prossimi anni, quando saranno diventati grandi.
Lo ha spiegato bene l’Aiart, l’associazione dei telespettatori, in una nota a firma del presidente nazionale Giovanni Baggio riportata dal quotidiano dei vescovi Avvenire. “Scelte narrative di questo tipo ingabbiano l’omosessualità in una sorta di “sottogenere obbligato” che invece di normalizzare la questione finisce per stereotiparla ulteriormente”, ha spiegato Baggio.
Il messaggio dell’Aiart riportato dal quotidiano dei vescovi è quindi chiaro: “no alla banalizzazione del valore della famiglia e del significato umano della differenza sessuale“.
Giovanni Bernardi
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