La storia
Il Santuario
La Basilica, alta 75 metri e lunga 51, è in stile tardo barocco, con tendenze al neoclassicismo. E’ costituita da una grande facciata, sormontata da una cupola e affiancata da due campanili gemelli. Tre ampie scalinate conducono sul piccolo piazzale del pronao, composto da otto colonne di marmo.
L’interno del Santuario è a pianta circolare, con un prolungamento verso il presbiterio. E’ costituita da sei cappelle; l’Altare Maggiore è arricchito da un rilievo che raffigura la Madonna con il Principe Amedeo e la battaglia del 1706.
La cupola è formata da due ordini; il primo è costituito da otto colonne scanalate in marmo grigio alte più di venti metri, mentre del secondo fanno parte la balaustra in legno scuro e il tamburo.
Alla destra del presbiterio si trova la sacrestia, ampia ed elevata a forma di cupola, rivestita da armadi in legno di noce; a sinistra, invece, è situata una piccola cappella, dov’è posta la statua della Madonna del Voto, sopra un altare di legno. Sono presenti, inoltre, quattro altari, oltre all’Altare Maggiore, collocati nelle quattro rispettive cappelle con statue e monumenti in marmo di carrara.
4 maggio 1949: La Tragedia di Superga
Torino 4 maggio 1949 notte – nebbia, pioggia, vento, silenzio laddove si è schiantato l’aeroplano che riportava a Torino la più bella squadra di calcio d’Italia. Un pallido, rossastro riverbero illumina ancora palpitando le muraglie della Basilica di Superga. Un pneumatico dell’apparecchio sta ancora bruciando, ma la fiamma cede, e di nuovo sarà completamente buio. Lo spaventoso disastro è successo alle 17:05. Superga era avvolta in una fitta nebbia. A 30 metri non si vedeva niente. Nella sua stanza al primo piano della basilica il cappellano del tempio, prof. Don Tancredi Ricca stava leggendo.
La pioggia, una impetuosa pioggia quasi da temporale scintillava scrosciano contro i vetri. Dal silenzio usciva poco a poco un rombo. Un aeroplano, pensò don Ricca. Ma ne passano tanti di aeroplani, un traguardo fra gli aviatori in arrivo. Prima di scendere al campo aeronautica d’Italia i piloti usano fare un picco sopra la Basilica, un ultimo giro.
Niente di strano, dunque … Non è vero! Non è vero! Alcune ore sono passate prima che i torinesi, diciamo gli italiani, uscissero a conoscere nella sua selvaggia crudeltà questa sciagura.
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