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Santuario Madonna della Rocca: memoria di salvezza dalla catastrofe

Il santuario della Madonna della Rocca nacque dopo un evento miracoloso che verrà ricordato nei secoli, in mezzo a tanti altri dovuti a questa devozione. 

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L’edificio si trova in provincia di Treviso, a nord-ovest del centro di Cornuda, su un punto particolarmente panoramico. A gestire il santuario sono state incaricate le le missionarie dell’Immacolata, officiate da un rettore.

L’antica chiesetta mariana e la devozione arrivata dopo

Nell’antichità in questo luogo si trovava una antica rocca, da cui deriva quindi il nome della speciale devozione che riempie il cuore della popolazione locale, che hanno fin da subito trovato in questo speciale luogo di preghiera una casa in cui portare a compimento i desideri della loro fede.

Prima della demolizione della rocca, tuttavia, una bolla pontificia del 1245 dimostra che vi esisteva già una chiesetta intitolata alla Vergine. La chiesa venne costruita in un preciso punto poco distante dal luogo in cui la Madonna apparve. Una rigogliosa quercia venne radicata su quella stessa pietra, che si dice provenga dalla Terrasanta.

La successione nella gestione del santuario

Purtroppo, il 18 maggio 2008, mezz’ora prima della discesa della Statua della Madonna dal Santuario alla chiesa di Cornuda, quella splendida quercia secolare è crollata.

La chiesa venne donata alla parrocchia di Cornuda dal nobile Annibale Scala nel lontano 1247, mentre invece fu restaurata dalla nobildonna Caterina da Coderta nel 1450. Dopo quell’intervento di restauro, divenne un eremo maschile. Bastarono però solamente quindici anni, dopo i quali subentrò un’ordine di monache.

I duri conflitti che misero alla prova il santuario

Nel 1492 il Papa vietò alle monache di abbandonare il convento, che però non ascoltarono l’ordine e se ne andarono. Vennero prese diverse misure, ma il luogo restò abbandonato alla mancanza di disciplina di quelli che furono gli occupanti che a lungo tempo si succedettero l’un l’altro.

In seguito alla guerra della Lega di Cambrai, uno dei maggiori conflitti delle guerre d’Italia avvenuti nel sedicesimo secolo e che aveva l’intento primario di arrestare l’espansione della Repubblica di Venezia nella penisola italiana, la comunità di occupanti fu dispersa. Dopodiché, il monastero fu soppresso.

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L’eroismo dei soldati italiani e la processione a Maria

Il santuario passò in affidamento a un sacerdote a partire dal 1650. che ne divenne prima priore e poi rettore. Nel 1848 si verificò invece in questo luogo una terribile battaglia che passerà alla storia come la battaglia di Cornuda, dove si fronteggiarono duemila patrioti contro ventiduemila soldati austro-ungarici.

Nonostante l’intrepido eroismo degli italiani, questi vennero sconfitti e gli assalitori saccheggiarono il santuario e torturarono il rettore don Mansueto Zannini, che morì tragicamente per le sofferenze subite. Anche la vicinanza al Piave, durante la grande guerra, provocò pesanti danni all’edificio.

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Dal punto di vista della struttura, il complesso è formato dal nucleo medievale, corrispondente alla chiesetta originaria, a cui si aggiunsero altre parti nel tardo Seicento. Un organo di ignota provenienza venne poi collocato nella cantoria della chiesa, per poi essere restaurato nel 1972.

Da secoli questo luogo è al centro di intensi pellegrinaggi in particolare a causa della miracolosa immagine di Maria conservata all’interno. Una volta all’anno, a turno, le sei parrocchie che la circondano la raggiungono con una processione particolarmente sentita dalla popolazione. La processione della parrocchia di Cornuda, in particolare, si svolge il 25 febbraio, per ringraziare la Vergine della protezione nel terremoto del 1695. In origine, i partecipanti alla processione salivano scalzi sino al santuario.

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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