Martire dei primi secoli, santa Crispina era una madre di famiglia che rimase salda nella fede durante la persecuzione rifiutandosi di idolatrare i demoni.

Ricorre oggi, 5 dicembre, la memoria liturgica di santa Crispina. Questa donna del IV secolo era una madre di famiglia. È ricordata con il nome che rimanda ad una sua caratteristica fisica, ovvero i capelli molto ricci. Proprio per avere i capelli crespi è stata chiamata Crispina e rimane conosciuta con questo appellativo che è diventato il suo nome.
Non si sa, dunque, come si chiamasse realmente, cosa che accade anche per altri santi dei primi secoli del cristianesimo di cui ci giungono poche notizie e pure frammentarie. Di santa Crispina si sa che era nata a Tagora in Numidia nel 304 e che subì la persecuzione degli imperatori Diocleziano e poi Massimiano.
Santo di oggi 5 dicembre: Santa Crispina, madre di famiglia, esempio di fede eroica
Il Martirologio Romano riassume così la vita di santa Crispina: “A Tebessa, in Numidia, nell’odierna Algeria, passione di santa Crispina di Tagora, madre di famiglia che, al tempo di Diocleziano e Massimiano, fu decapitata per ordine del proconsole Anulino per essersi rifiutata di sacrificare agli idoli“.
Crispina era madre di diversi figli, non si sa effettivamente quanti, quindi si pensa che non fosse più molto giovane. Esistono anche gli Atti ufficiali del processo che fu fatto contro di lei e che testimoniano la condanna a morte e il il fatto che subì il martirio.
Altre informazioni ci giungono da un sermone di sant’Agostino in occasione di una ricorrenza della sua morte. Proveniva da una nobile famiglia e pertanto era di condizione sociale agiata. Davanto al giudice Anulino subì il processo in quanto cristiana. Per dileggio e oltraggio, si dice che nel corso del processo le furono tagliati a zero i crespi capelli che aveva.
Salda nel suo credo in Cristo, rifiuta di idolatrare i demoni
Nella Passio che ci racconta di lei si fa riferimento al fatto che Crispina si sia rifiutata con fermezza di “sacrificare i demoni“ e preferì soccombere ai persecutori piuttosto che “sporcare la propria anima con gli idoli, che sono di pietra, fabbricati dall’uomo“.
Sappiamo i dettagli da sant’Agostino che racconta così: “I persecutori si accanirono contro Crispina, contro questa donna ricca e delicata: ma ella era forte, perché il Signore era la sua protezione. Questa donna, fratelli, c’è qualcuno in Africa che non la conosca? Fu molto nota, di famiglia nobile, e ricchissima. Ma la sua anima non ha ceduto: è stato il corpo ad esser colpito“.
Prima di lei altri cristiani erano stati arrestati e uccisi, allora il giudice le disse se avesse voluto fare la stessa fine. Lei rispose salda nella fede: ” Se volessi morire non dovrei far altro che dare il mio consenso ai demoni, lasciando che la mia anima si perda nel fuoco eterno“. Illustra così quale sia la vera morte, non quella del corpo, ma quella dell’anima.
Ascoltò la sentenza di morte benedicendo il Signore e poi non oppose resistenza quando fu decapitata. Sempre sant’Agostino nel parlare di lei la paragonò ad un’altra martire, sant’Agnese per descriverne la purezza e la fede, anche se questa era una ragazza, mentre Crispina una donna in avanti negli anni.







