San Giovanni de Matha fu un sacerdote che istituì un ordine che si occupava di liberare i cristiani che erano schiavi dei musulmani.

Il 17 dicembre si ricorda san Giovanni de Matha. Istituì l’Ordine della Santissima Trinità per la liberazione degli schiavi. Nacque a Faucon, in Francia, il 23 giungo 1154 e divenne un docente di teologia all’Università di Parigi.
Uomo dotto e sapiente, in lui la vocazione religiosa sorse quando era già adulto e all’età di 40 fu ordinato sacerdote, lasciando così l’insegnamento universitario. U nsegno dal Cielo gli rivelò quale era la missione che era chiamato a compiere.
Santo di oggi 17 dicembre: San Giovanni de Matha
Mentre stava celebrando la sua prima messa il 28 febbraio 1193, avvenne un evento straordinario. Durante la celebrazione ebbe una visione: vide un uomo dal volto radioso, che teneva per mani due uomini con catene ai piedi. Uno dei due era nero e deforme nel corpo, manree l’altro era pallido e magrissimo. L’uomo che li teneva per mano gli disse di liberarli e che erano persone in catene a motivo della loro fede.
Comprese, dunque, che era chiamato a dedicarsi al riscatto degli schiavi cristiani in Africa. C’era infatti la pirateria mediterranea che compiva numerosi assalti in mare e scorribande in terra, uccidendo la gente oppure sequestrandola per poi venderla sui mercati nordafricani.
Giovanni de Matha si ritirò a Cerfroid, una campagna solitaria a 70 km da Parigi, per riflettere su cosa fare e lì coinvolse nel suo progetto quattro eremiti, che lo seguirono. Nacque così l’Ordine della Santissima Trinità i cui membri vestivano un abito bianco con una croce rossa e azzurra sul petto, la cappa e il cappuccio neri.
I Trinitari per la salvezza degli schiavi cristiani
Venivano chiamati Trinitari e andavano in giro per mercati, prigioni, luoghi di lavoro, trattando con fermezza anche le autorità e i padroni, e liberando gli schiavi pagango un riscatto. Ne liberarono inzialmente 200. Nel 1199 era iniziata la prima spedizione per il Marocco.
L’Ordine viveva con una regola austera e rigorosa. Con i soldi che raccoglievano attraverso le elemosine un terzo era destinato al mantenimento dei monaci, un terzo all’assistenza di malati e pellegrini, e un terzo al riscatto degli schiavi. Ricevettero l’approvazione del papa Innocenzo III.
Una missione simile in quel periodo era stata compiuta nel 1218 da san Pietro Nolasco quando fondò a Barcellona i Mercedari. L’Ordine si sviluppò e intorno al 1250 arrivò ad avere circa 600 case distribuite tra Francia e Spagna. Il denaro per queste imprese arrivava, grazie alla Provvidenza, sia da perte di ricchi benefattori che da parte di gente più povera che donava anche poco per la causa.
Una missione in espansione
Tra il 1199 e il 1207 san Giovanni de Matha si impegnò in un attivismo frenetico per aumentare il numero dei centri di accoglienza che si formavano e per riscattare il maggior numero di schiavi possibile. Ottenne ottimi risultati.
Papa Innocenzo gli donò la chiesa abbaziale di San Tommaso in Formis sul Celio, a Roma. Lì san Giovanni de Matha diede vita ad un altro ospizio. E sempre in quel luogo morì il 17 dicembre 1213. Le sue spoglie rimasero a Roma fino al 1665 quando due frati trinitari traslarono il suo corpo portandolo a Madrid.
Nei secoli Settecento e Ottocento l’Ordine subì le soppressioni regie e rivoluzionarie e riprese vita nel secolo successivo impegnandosi in altre missioni umanitarie sia in Europa che in America, in particolare riguardo l’assistenza ospedaliera. La canonizzazione di questo santo missionario avvenne nel 1666.







