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Santo di oggi 30 giugno, Santi primi martiri della Chiesa di Roma: vittime della feroce persecuzione

Il giorno dopo la memoria liturgica dei Santi Pietro e Paolo si commemorano i Santi primi martiri della Chiesa di Roma, subiscono la prima persecuzione come cristiani.

Nel giorno successivo alla solennità dei Santi Pietro e Paolo, nel Calendario romano è inserita la memoria dei “Protomartiri romani”, ossia i “primi martiri”, coloro che furono uccisi a Roma nel corso della prima brutale persecuzione.

Santi primi martiri della Chiesa di Roma – photo web source – lalucedimaria.it

Non si conoscono i loro nomi, ma si sa che un gruppo di cristiani persero la vita dopo esser stati perseguitati in odio alla fede per ordine dell’imperatore Nerone nell’anno 64. Furono accusati ingiustamente e uccisi attraverso varie modalità.

L’accusa ingiusta e la persecuzione

Pur essendo commemorato il 30 giugno, il martirio di questi cristiani ebbe luogo il 19 luglio 64. Come racconta Cornelio Tacito nel XV libro degli Annales i cristiani furono accusati ingustamente di un crimine che non avevano commesso.

Santi primi martiri della Chiesa di Roma – photo web source – lalucedimaria.it

A Roma si era verificato un grande incendio e la responsabilità fu attribuita proprio ai cristiani, anche se erano innocenti. Tacito scrive: “Siccome circolavano voci che l’incendio di Roma fosse stato doloso, Nerone presentò come colpevoli, punendoli con pene ricercatissime, coloro che, odiati per le loro abominazioni, erano chiamati dal volgo cristiani“.

I cristiani erano odiati e avversati, la loro fede era in netto contrasto con quella pagana e il divario era troppo ampio per una pacifica convivenza: non c’erano le basi. D’altra parte i  cristiani avrebbero dovuto esser perseguitati ingiustamente,  soffrire e morire, così come è stato per il Maestro e Signore Gesù.

Tertulliano descrive l’atmosfera che vigeva all’epoca: “I pagani attribuiscono ai cristiani ogni pubblica calamità, ogni flagello. Se le acque del Tevere escono dagli argini e invadono la città, se al contrario il Nilo non rigonfia e non inonda i campi, se vi è siccità, carestia, peste, terremoto, è tutta colpa dei cristiani, che disprezzano gli dei, e da tutte le parti si grida: i cristiani ai leoni!“.

I martiri rimasti ignoti

Fino all’anno 64 la comunità cristiana aveva potuto godere in quei primi decenni di una vita pacifica. Ma cambiò tutto quando il 16 luglio di quell’anno un vasto incendio devastò la capitale dell’impero nella zona che va dal Palatino all’Aventino.

Santi primi martiri della Chiesa di Roma – photo web source – lalucedimaria.it

Si pensa che fu lo stesso Nerone a fare appiccare il rogo per poi far ricadere la colpa sui cristiani. Lui stesso in seguito si adoperò per la riedificazione della città e si fece costruire l’immensa Domus Aurea. Le fonti, certe, come lo storico latino Tacito, riportano che furono messe in atto atroci torture nei confronti dei seguaci di Cristo.

Furono “coperti di pelli ferine, perivano dilaniati dai cani, o venivano crocifissi oppure arsi vivi in guisa di torce, per servire da illuminazione notturna al calare della notte. Nerone aveva offerto i suoi giardini e celebrava giochi circensi, mescolato alla plebe in veste d’auriga o ritto sul cocchio“. Anche San Clemente papa riporta che molte esecuzioni ebbero luogo nei giardini che si trovavano sul Vaticano, luogo in cui sorgeva il circo di Nerone.

Le vittime più illustri di quella stessa persecuzione furono San Pietro e San Paolo, a cui si aggiunsero, appunto, un numero imprecisato di persone rimaste senza nome. È possibile che le loro reliquie vennero riunite in sepolcri comuni, i poliandri di cui parla Prudenzio in uno degli inni del suo Peristephanon. 

Romana Cordova

Scritto da
Romana Cordova

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