San Marco Evangelista, il Santo di oggi 25 aprile: patrono di Venezia

San Marco fu discepolo dell’apostolo Paolo. È ritenuto l’autore del Vangelo secondo Marco. Fu discepolo anche di San Pietro, che lo chiama “Figlio mio”, portandolo con se nei suoi viaggi missionari in Oriente e a Roma.

San Marco Evangelista
San Marco Evangelista (photo websource)

San Marco nacque in Palestina intorno all’anno 20. Le notizie sulla sua vita le ricaviamo dagli Atti degli Apostoli, da alcune lettere di Pietro e Paolo e dalla Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea. Nel 44 Paolo e Barnaba ritornarono a Gerusalemme dopo aver diffuso il Vangelo ad Antiochia. Al loro ritorno Marco li ospitò nella sua casa. San Marco era conosciuto anche come Giovanni tra gli ebrei (il nome Marco era quello con il quale si presentava ai gentili). Il giovane Marco seguì Paolo e Barnaba nei successivi viaggi. Lo ritroviamo infatti a Cipro con Barnaba, del quale era cugino, dopo il 49.

San Marco discepolo di Pietro

Intorno all’anno 60, Pietro inviava la sua prima lettera da Roma, salutando i cristiani dell’Asia Minore. In quell’occasione inviò i suoi saluti anche a San Marco. Il Santo trascorse quegli anni al servizio di Pietro, come suo discepolo. Successivamente Pietro lo inviò ad evangelizzare l’Italia Settentrionale. Ad Aquileia il Santo evangelista convertì Ermagora, che divenne poi primo vescovo della città. Secondo un’antica tradizione, San Pietro inviò San Marco ad Alessandria d’Egitto. Qui Marco fondò la Chiesa locale e ne diventò primo Vescovo. Subì il martirio proprio ad Alessandria: lo torturarono e lo legarono con delle funi. Dopo una notte in carcere, morì il 25 aprile del 72, dopo essere stato trascinato per le strade.

La visione dell’Angelo

Dopo la conversione di Ermagora, San Marco si imbarcò per continuare la sua evangelizzazione. Fu colpito da una forte tempesta e si ritrovò nelle Isole Rialtine (diventeranno in futuro Venezia). Lì ebbe la visio di un angelo in forma di leone alato, che salutandolo gli diceva: “Pax tibi Marce Evangelista meus. Hic requiscet corpus tuum” (Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo. Con questo annuncio l’angelo gli predisse che un giorno in quel luogo avrebbe riposato e il suo corpo lì sarebbe stato venerato.

Il Vangelo di Marco

Il suo Vangelo si colloca cronologicamente tra quello di Matteo, scritto intorno al 40 e quello di Luca, scritto intorno al 62. Marco lo scrisse nel periodo in cui era a Roma, come discepolo di Pietro. Il suo Vangelo è composto di sedici capitoli e seguono uno schema semplice e lineare. La predicazione del Battista, il ministero di Gesù in Galilea, il cammino verso Gerusalemme, l’ingresso in città, Passione, morte e Resurrezione. Il culmine del suo Vangelo è la professione di fede del centurione romano: “Veramente quest’uomo era figlio di Dio”.

Le reliquie

Le reliquie di San Marco erano custodite nella Chiesa di Alessandria. Essa fu incendiata nel 644 e in seguito ricostruita. Giunsero nel luogo due mercanti veneziani: Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, i quali si impadronirono delle reliquie. I due trasferirono le reliquie a Venezia il 31 gennaio dell’828. A Venezia dopo pochi anni si avviarono i lavori per la costruzione della Basilica dedicata a San Marco. La Basilica Cattedrale Patriarcale di San Marco ancora oggi ospita le sue reliquie.

Il culto

Il culto di San Marco Evangelista è molto diffuso in tutte le Chiese Cristiane. La sua figura è centrale anche per le Chiese orientali d’Egitto, per i patriarcati di Aquileia e di Grado e per il Patriarcato di Venezia. La sua memoria liturgica ricorre il 25 aprile, in occasione della data del suo martirio.

Fabio Amicosante

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