Sant’Aspreno è l’inventore del famoso medicinale contro il mal di testa

La città di Napoli è, forse, fra le più “protette” al mondo, in quanto si parla di quasi 50 Santi protettori, famosi o meno famosi. Fra questi spiccano San Gennaro e Santa Patrizia.

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photo: crono.news (lalucedimaria.it)

Ma ce ne è uno, di cui si è festeggiata la memoria liturgica proprio ieri, 3 agosto, e che vede legato il suo nome anche ad una leggenda, che si è poi rivelata anche alla base di quello che è essere il suo “protettore dai mal di testa”.

Stiamo parlando di Sant’Aspreno, che è proprio uno dei Santi protettori anche della città partenopea (rientrando fra i famosi 50) di cui dicevamo prima. Scopriamo una piccola particolarità su di lui.

Sant’Aspreno: un nome, un medicinale

Il suo nome, a chi non è napoletano o campano, non dirà quasi nulla, eppure è legato ad uno dei più importanti quanto comuni medicinali che utilizziamo ogni giorno. Parliamo di Sant’Aspreno e della conosciutissima “aspirina”. Alzi la mano chi non ne ha mai assunta, almeno una, nella propria vita, che sia per un mal di testa o per abbassare la propria temperatura corporea in caso di febbre alta.

Ma cosa c’entra questo santo con un medicinale? Non si tratta solo di omonimia di suono di parole o lettere che compongono il nome. Partiamo dall’inizio: di Sant’Aspreno si conosce davvero molto poco: si sa che è stato il primo vescovo di Napoli, secondo quanto riportano le “Gesta episcoporum Neapolitanorum” e che il suo nome appare commemorato al 3 agosto nel calendario marmoreo di Napoli.

Fu particolarmente ricolmo d’amore verso i poveri e si dimostrò sempre disponibile verso qualsiasi persona al di là del ceto e della condizione sociale, il suo speciale carisma fece accrescere la comunità cristiana napoletana. Secondo la tradizione, recenti ricerche hanno affermato che i suoi resti si trovassero nelle Catacombe di San Gennaro e furono traslati per decisione del vescovo di Napoli Giovanni IV lo Scriba nella basilica Stefania dove tutt’oggi riposano sotto l’altare della cappella che porta il suo nome.

Dal 1673 è venerato come secondo patrono della città, dopo San Gennaro ed è invocato da chi soffre di mal di testa ed emicrania. Ed è qui che arriviamo al punto della nostra indagine. Durante i suoi 23 anni di ministero pastorale in città, acquisì anche la fama di guaritore. La storia ci racconta che, quando si vide necessario, per ampliare il Porto della città di Napoli, abbattere fra le altre cose, anche la cappella di Sant’Aspreno al porto.

aspirina
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Il suo essere santo invocato per i mal di testa

Ma fu grazie a Ferdinando Colonna di Stigliano che la cappella, seppur piccola, fu preservata e venisse inglobata in un palazzo di allora costruzione. Scendendo nell’ipogeo di questa cappella, tradizione vuole che, proprio lì sotto, ci fosse il luogo dove Aspreno visse.

In questo luogo, infatti, nel lontano VII secolo d.C., fu costruito un altare alla cui base vi era un foro nel quale i fedeli inserivano la testa per essere guariti dall’emicrania. Sant’Aspreno, infatti, era stato decapitato proprio a causa della sua fede.

E allora cosa centra con l’aspirina? Una leggenda metropolitana vuole l’associazione del nome del Santo al medicinale della Bayer (nato nel 1899), perché ci si ispirò proprio a questo santo capace di curare i mal di testa e, anche perché, ad isolare il principio attivo dell’aspirina stessa, quale l’acido salicilico, fu proprio un napoletano, Raffaele Piria.

Ovviamente si tratta di una leggenda metropolitana che associa il Santo napoletano all’aspirina: però ci fa ben pensare che, anche quando si crei un medicinale, ci sia l’ispirazione dall’alto.

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