Non si contano più i Paesi in cui è diffusa la figura di Babbo Natale. E’ l’uomo gentile e barbuto che porta i doni ai bambini (prima di Natale o subito dopo), se, e solo se, sono stati buoni durante tutto l’anno.
Seppur con differenti nomi e qualche modifica, in merito agli avvenimenti che portano alla leggendaria figura, tutto richiama al personaggio storico di San Nicola, il Vescovo di Mira (oggi Demre, in Turchia). Visse nel IV secolo con la sua fama di difensore dei bambini e dei deboli.
Il nome “Santa Claus”, in particolare, deriva dal termine olandese “Sinterklaas”, che è la traduzione di “San Nicola”.
Ancora oggi, in Nazioni come i Paesi Bassi, il Belgio, l’Austria, la Svizzera, la Germania, la Repubblica Ceca, la Slovenia e anche in alcuni luoghi dell’Italia, lui, Babbo Natale, viene raffigurato con gli abiti vescovili.
In qualche luogo, San Nicola è surclassato da San Basilio Magno (Vasilis) o da San Martino di Tours (Sint-Maarten), ma sempre con le medesime accezioni. A volte, arriva a cavallo, altre volte con le renne, ma è comunque un uomo che porta doni.
Un’antica tradizione germanica, ad esempio, racconta la storia un uomo Santo che dovette affrontare un demone.
Nei vari e differenti racconti locali, si parla, di volta in volta, di un diavolo, di un troll, di Krampus (un demone che va alla ricerca dei cattivi, specialmente se bambini) o dell’uomo nero che uccide nei sogni.
Lo imprigionò con dei ferri benedetti, spesso identificati con quelli usati per Gesù prima della crocifissione o di San Pietro e San Paolo.
Il demone, così, fu piegato agli ordini del Santo e costretto ad andare di casa in casa, pentendosi del male arrecato e portando dei doni ai bambini.
In alcune versioni, il demone rimane cattivo e talmente lontano dal voler essere buono da preferire tornare all’inferno. In altre, il demone si converte e, coinvolgendo alla bontà elfi e folletti, diventa Babbo Natale per sempre.
Con la fusione tra molte leggende folcloristiche e la vera storia di San Nicola di Mira/Bari, la figura di Babbo Natale subisce, in vari Paesi, come nel corso del tempo, diverse modifiche e si fregia di caratteristiche e appellativi diversi.
Raffigura lo spirito della bontà del Natale, così come è citato anche nella celebre opera “Canto di Natale” di Charles Dickens (lo Spirito del Natale presente).
Nel 1823, ci fu, poi, un “cambiamento d’immagine” per Santa Claus, quando lo scrittore newyorchese Clement Clarke Moore scrisse la poesia “A Visit from Saint Nicholas”. Per illustrare l’opera, Babbo Natale apparve raffigurato con barba bianca, vestito rosso e un sacco pieno di regali. Si muoveva su una slitta, trainata dalle renne.
Nel 1862, Thomas Nast disegnò, per la rivista “Harper’s Weekly”, il Babbo Natale con giacca rossa, barba bianca e stivali.
Sono in molti a sostenere che l’abito rosso, con bordi pellicciati bianchi, fosse dovuto ad uno spot della Coca-Cola. I venditori della nota bibita, negli anni ’30, utilizzarono la figura di Santa Claus per le feste natalizie.
Tuttavia, questa ipotesi può essere facilmente confutata. Babbo Natale, infatti, col vestito che tutti conosciamo, già alla fine del XIX secolo, era stato posto sulla copertina del periodico “Puck”. Troneggiava anche in molte illustrazioni associate a raccolte di canzoni natalizie e in tante cartoline di auguri.
Inoltre, era stato il richiestissimo testimonial della White Rock Beverages, per pubblicizzare l’acqua minerale, nel 1915, e il ginger, nel 1923.
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