San Michele Arcangelo salva i cittadini di Roma dalla peste

Si narra che San Michele Arcangelo discese a Roma per salvare i cittadini dalla piaga della peste.

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Il nome Ponte Sant’Angelo si deve a papa Gregorio Magno, in seguito alla fine della pestilenza nel 590 d.C.

La costruzione del ponte Sant’Angelo è stata voluta dall’imperatore romano Adriano; questo sarebbe dovuto servire a collegare la Capitale dell’Impero ad un mausoleo che lo stesso imperatore stava facendo costruire come sua tomba. Con il passare degli anni e la nomina del Cristianesimo come religione ufficiale dell’Impero (per volontà di Costantino nel 325 d. C.), il ponte divenne principalmente una via che conduceva i pellegrini alla Basilica di San Pietro, motivo per cui venne ribattezzato ponte San Pietro, mentre il mausoleo divenne un castello che negli anni successivi ospitò diversi pontefici.

Il nome attuale viene attribuito al ponte da Gregorio Magno nel 590 d.C. a seguito di un evento miracoloso. Da quel momento non venne più cambiato il nome, ma ne venne cambiata la struttura. Nel 1535 papa Clemente VII fece erigere le statue di San Paolo e San Pietro, a cui sono state accostate successivamente quelle di Abramo, Adamo, Noé e Mosé. Mentre la struttura definitiva venne raggiunta solo nel 1669, quando padre Clemente IX commissionò al Bernini le statue degli angeli che tenevano in mano gli strumenti della passione per creare una sorta di Via Crucis sulla strada che conduceva i pellegrini alla Basilica di San Pietro (le vere statue sono tenute oggi nel museo della Chiesa Sant’Andrea delle Fratte).

 

San Michele Arcangelo salvò i romani dalla peste
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San Michele Arcangelo salva Roma dalla peste, Gregorio Magno gli intitola il ponte

L’evento miracoloso che convinse papa Gregorio Magno a cambiare il nome del ponte in Sant’Angelo è collegato alla peste che nel 590 d.C. decimò Roma. In quei giorni di terrore, il Santo Padre convocò tutto il popolo per una processione di preghiera a San Michele, affinché questo intercedesse per la salvezza di Roma. Secondo quanto è stato tramandato, mentre i pellegrini arrivavano al castello, l’Arcangelo si manifestò sulla parte più alta della fortezza e sfoderò la sua spada. Il giorno successivo la peste era sparita e Roma fu salva. In memoria di quell’evento e in segno di devozione Gregorio Magno non solo cambiò il nome del ponte ma ordinò anche che fosse eretta una statua raffigurante San Michele in legno. Questa, successivamente venne sostituita da quella in bronzo che è possibile ammirare tutt’ora.

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Luca Scapatello

Fonte: Aleteia

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