“Impariamo a pregare” è la riflessione quotidiana tratta dall’opera scritta di San Francesco d’Assisi inclusa nelle Fonti Francescane.
Le Fonti Francescane sono l’importantissima raccolta edita per la prima volta nel 1977.
L’eredità spirituale di San Francesco d’Assisi è affidata ai numerosi scritti che lo vedono protagonista. Tra questi, sono da annoverare sicuramente le biografie definite “ufficiali” (quelle redatte da Tommaso da Celano e da San Bonaventura da Bagnoregio).
Abbiamo poi gli scritti lasciati dal Santo (regole, ammonizioni, laudi e preghiere, nonché il Testamento), le varie cronache e le testimonianze dei suoi contemporanei e, infine, gli scritti e le biografie di Chiara d’Assisi.
Dalle Fonti francescane, la riflessione di oggi 15 dicembre
Impariamo a pregare
Il Beato Francesco credeva di peccare gravemente, se mentre pregava era turbato da vani fantasmi. Quando ciò capitava, ricorreva alla confessione per accusarsene subito. L’aveva resa così abituale questa premura, che molto raramente era tormentato da questo genere di mosche. Inoltre diceva sempre: “Vergogniamoci di lasciarci distrarre da fantasie inutili, quando nel tempo della preghiera parliamo con il Gran Re”.
Chi era San Francesco?
A distanza di 8 secoli, l’eco delle parole, delle gesta e dell’operato di San Francesco, risuona nei nostri cuori come il più recente degli avvenimenti. La forza e la carica spirituale di questo straordinario Santo, nato ad Assisi, in pieno Medioevo, ci porta, ogni giorno, a fare una riflessione, sull’importanza del suo messaggio. Sposo di Madonna Povertà, San Francesco, all’età di 24 anni rinunciò all’eredità paterna (un’importante eredità, visto che suo padre Pietro gestiva una fruttuosa attività di commercio) davanti al Vescovo di Assisi.
Il messaggio francescano
La sua conversione, avvenuta dopo il dialogo con il Crocifisso di San Damiano, fu uno spartiacque nella sua vita: da lì l’incontro con i lebbrosi, gli “ultimi” della società medievale, ma emblema del messaggio francescano. Sì, perché il suo messaggio, caratterizzato da assoluta dedizione al prossimo e amore per la povertà, veicola quel rapporto così intimo con la figura di Cristo, tanto da ricevere sul suo corpo i segni della Passione. San Francesco radunò con sé un gruppo di compagni e, quando il numero crebbe a 12, si recarono a Roma, dove Papa Innocenzo III approvò la loro regola di vita, secondo la forma del Santo Vangelo.
La canonizzazione di San Francesco
Il Poverello d’Assisi morì alla Porziuncola, la sera del 3 ottobre 1226. Il suo corpo fu trasportato nella Chiesa di San Giorgio ad Assisi (oggi nella Basilica di Santa Chiara). Il 16 luglio del 1228, Papa Gregorio IX celebrò la Canonizzazione di Francesco ad Assisi, con la relativa bolla Mira circa nos. Due anni dopo la canonizzazione, il suo corpo fu trasportato nell’attuale Basilica.
Preghiera di San Francesco d’Assisi
«Saluto alla Beata Vergine Maria»
Ave Signora, Santa Regina, Santa genitrice di Dio, Maria, che sei Vergine fatta Chiesa ed eletta dal Santissimo Padre Celeste, che ti ha consacrata insieme con il Santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito. Tu, in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene. Ave, suo palazzo, ave suo tabernacolo, ave, sua casa. Ave suo vestimento, ave, sua ancella, ave sua Madre. E saluto voi tutte, Sante virtù, che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo venite infuse nei cuori dei fedeli, perché da infedeli, fedeli a Dio li rendiate.
Fabio Amicosante
Il video della preghiera di San Francesco
Approfondimento: Santa Chiara d’Assisi
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