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Santi

San Ciro: la preghiera da rivolgere al medico santo per gli ammalati

Il 31 gennaio oltre la festa liturgica di San Giovanni Bosco, a Napoli e in Campania, è molto sentita la devozione a un altro importante Santo.

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Stiamo parlando di San Ciro martire, patrono della cittadina di Portici, alle falde del Vesuvio, ma anche e soprattutto patrono degli ammalati e di coloro che stanno affrontando un periodo difficile della propria vita a causa della malattia.

La storia della sua devozione va molto indietro nel tempo e si lega, in particolare, proprio ad un miracolo avvenuto per sua intercessione, di una donna gravemente ammalata. La sua attenzione per gli infermi e gli ammalati è stata la nota che lo ha contraddistinto sempre, anche davanti agli occhi di Dio.

Scarne sono le notizie attorno alla vita di questo santo uomo, il medico Santo. La sua storia, come dicevamo all’inizio, va molto indietro nel tempo. Siamo nel III secolo d.C., ad Alessandria d’Egitto. Qui Ciro svolgeva la sua attività di medico ed accoglieva e curava proprio tutti, soprattutto i più poveri e i più indifesi.

Non solo prestazioni mediche fatte gratuitamente a chi non aveva di che pagarlo, ma anche e soprattutto, conversione. Sì, perché anche se siamo nei primi secoli del Cristianesimo, la Parola di Gesù è forte e radicata in coloro che la ascoltano e partecipano ai sacri riti. E Ciro, grazie alla sua fede instancabile, riuscì a convertire anche molti pagani, portandoli sulla retta via tracciata da Cristo.

San Ciro: il medico santo degli ammalati

Ciro nacque da famiglia cristiana intorno all’anno 250 ad Alessandria d’Egitto, e studiò medicina nella sua città, dove sorgeva una celebre scuola medica. Divenuto medico, Ciro aprì un ambulatorio. Sofronio ci racconta che Ciro era un medico valente ed eccelse in maniera particolare per la santità della sua vita, umile e dedita alla carità. Somministrava cure gratuite ai poveri e indigenti e incitava i malati a trovare conforto nella fede e nella preghiera.

Visitava gli infermi, mettendo in non atto i precetti di Galeno, d’Ippocrate […] in secondo luogo, prendeva dai nostri fonti mille sentimenti dei Profeti, e dei Padri, i quali univa, e tosto con una maniera tutta divina chiamando gli ammalati dolcemente al dovere, non solo ai loro corpi, ma alle loro anime […] Ne avveniva, che lo spirito di molti, amanti della vera pietà, rimaneva confermato nell’amore della verità” – scriveva Sofronio.

Ma le persecuzioni contro i cristiani erano dietro l’angolo e tutti i medici alessandrini furono costretti ad abbandonare la loro attività medica e a rifugiarsi altrove. L’imperatore Diocleziano, infatti, li aveva accusati di stregoneria e magia ma, soprattutto, di cospirare contro l’impero. Ciro, per sfuggire alla persecuzione, si ritirò in Arabia Petrea. Questa fuga da Alessandria segnò una nuova tappa nella vita del medico cristiano.

La cura dei più poveri e la vita ascetica

Decise, infatti, di dedicarsi ad una vita ascetica, lontano da tutti e fatta solo di contemplazione e preghiera. Smise di esercitare la professione ma non rinunciò ad aiutare il prossimo, non servendosi più di erbe e medicinali, ma affidandosi alla preghiera e all’insegnamento delle persone che lo raggiungevano. Ma la persecuzione divenne sempre più violenta.

Raggiunto da questa notizia, Ciro decise di abbandonare la sua vita ascetica e di ritornare ad Alessandria per aiutare e sostenere i suoi fratelli nella fede. Furono scoperti e accusati di “insinuare al disprezzo per gli dei”. Vennero portati davanti al prefetto, il quale comandò che venissero torturati se non avessero ritrattato la fede cattolica. Egli non rinunciò a Cristo e, il 31 gennaio dell’anno 303 fu martirizzato, mediante decapitazione. Il suo corpo venne deposto nel tempio di San Marco ad Alessandria, dove rimase fino all’inizio del V secolo.

La devozione in tutto il Sud Italia

Nei secoli, le reliquie hanno “migrato” molto fino ad arrivare, nel 1600, a Napoli nella chiesa del Gesù Nuovo. La devozione a San Ciro in Campania era già diffusa anche prima dell’arrivo delle sue reliquie, così come lo era anche nel resto del Sud Italia. La sua fama di medico santo e le numerose guarigioni avvenute per sua intercessione, contribuirono a diffondere la devozione presso il popolo napoletano.

Nello specifico, uno è stato il miracolo che ha fatto di San Ciro il “santo protettore degli ammalati: quello di una donna della zona del Vallo di Diano, in provincia di Salerno. Ella era agonizzante, fino a quando non sentì una forza vivificatrice spingerla ad alzarsi dal letto e a dirigersi verso la locale chiesa, dove si venerava la sacra immagine di San Ciro. E sarà proprio la preghiera di un’ammalata che non resterà inascoltata, a far sì che il miracolo avvenisse.

San Ciro portato in processione fuori la Basilica di Portici (Napoli) a lui dedicata – lalucedimaria.it

Preghiamo anche noi questo Santo Medico:

Oh glorioso e zelantissimo Medico, Eremita e Martire San Ciro,

che vivendo sulla terra, nell’essere chiamato agli infermi,

li curavate prima nell’anima con ridurli a Cristo,

e poi con la virtù potente della vostra mano li curavate nel corpo,

io vostro indegnissimo servo,

vi prego per quel grande zelo che sempre aveste della salute temporale ed eterna dei vostri infermi,

che vogliate degnarvi di mirare con occhi egualmente pietosi le mie infermità corporali e spirituali;

e con quell’efficacia delle vostre intercessioni impetrarmi rimedio contro questi mali che ora mi affliggono,

acciò risanato per mezzo vostro,

sia fatto degno di venire a lodare ed a benedire insieme con voi in eterno il nostro Signore Gesù Cristo.

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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