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Oggi 22 marzo: San Benvenuto Scotivoli, riformatore perseguitato

San Benvenuto Scotivoli fu un grande riformatore, nonostante le sue numerose persecuzioni che questo gli provocò. Sulla sua tomba, furono molti i miracoli. 

San Benvenuto ScotivoliSan Benvenuto Scotivoli
San Benvenuto Scotivoli – photo web source

San Benvenuto nacque ad Ancona da famiglia nobile, intorno al 1188. Studiò a Bologna insieme a un altro santo molto famoso dello stesso territorio marchigiano, che è l’osimano san Silvestro Guzzolini.

Volle avere l’abito francescano prima di diventare vescovo

Benvenuto fu fin da subito molto stimato da Urbano IV, e fu proprio lui che lo inviò a Osimo con l’obiettivo di rimettere ordine e pace nella città, al termine di un periodo di pesanti turbolenze e ribellioni. In quei tempi anche la sede vescovile era stata perduta.

San Benvenuto volle però vestire l’abito francescano prima di diventare vescovo. Una fondamentale caratteristica del suo ministero fu tuttavia la forte energia che esercitò nella guida della sua amata diocesi, e allo stesso tempo coniugò questa speciale caratteristica personale con uno stile altamente magnanimo, in particolare nell’esercizio del perdono.

Il suo carisma lo portò a subire dure persecuzioni da altri monaci

Il suo carisma e la sua caratura, purtroppo, lo portarono a subire alcune dure persecuzioni da parte di altri monaci che tuttavia non erano per niente disposti ad accettare la sua personale lotta senza quartiere agli abusi di ogni genere. Fu un grande riformatore, vietò la vendita di molti beni ecclesiastici e difese i diritti della sua diocesi.

Un altro tratto caratteristico del suo ministero era la sua grande carità, e la dedizione alla povertà, come testimoniato dal fatto che distribuì ogni suo avere ai poveri. Nella sua cittadina, a Osimo, San Benvenuto da vescovo promosse la pace tra i cittadini e, nello spirito dei Frati Minori, volle morire sulla nuda terra.

Sulla sua tomba avvennero numerose grazie e miracoli, ancora oggi

Morì ad Osimo il 22 marzo 1282, ed è ancora oggi sepolto nella cripta della cattedrale. Sul suo sepolcro avvennero numerose grazie e miracoli, e il culto resogli dai fedeli è già ricordato negli Statuti di Osimo del 1308, mentre indulgenze si dicono concesse da Eugenio IV nel 1432.

LEGGI ANCHE: Oggi 15 marzo: Santa Luisa de Marillac e la luce che le stravolse la vita

Nella cittadina marchigiana, l’ospedale di Osimo è inoltre ancora oggi chiamato “Ss. Benvenuto e Rocco”. Nel Museo diocesano di Osimo si conserva una raccolta di pergamene in cui sono scritti i suoi atti di governo, chiamata il “Protocollo di san Benvenuto”.

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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