Vi riportiamo solo alcune delle domande alle quali ha risposto il ministro Salvini ai microfoni della “Nuova Bussola Quotidiana“:
Ministro Salvini, non possiamo non cominciare proprio dalle accuse di razzismo e xenofobia che ormai quotidianamente le vengono rivolte in toni durissimi da Avvenire, Famiglia Cristiana e più in generale dall’establishment cattolico. Come risponde?
Partendo dalla vita reale. Qui a Foggia sono i ragazzi africani che vogliono un aiuto dal ministro dell’Interno per essere liberati dal caporalato, dallo sfruttamento, dalla schiavitù. A me interessa la sostanza, e il punto è che una immigrazione sotto controllo garantisce i diritti sia degli italiani sia degli immigrati. L’immigrazione degli anni scorsi porta invece caos, razzismo e scontro sociale. L’unico antidoto al razzismo – e gli italiani sono tutt’altro che razzisti – è riportare il rispetto delle leggi, delle regole, controllare chi entra e chi esce da questo Paese.
Sembrerebbe una politica di buon senso, a suo tempo anche il Pd rimproverava al governo Berlusconi di non riuscire a fermare l’immigrazione clandestina. Ma allora perché secondo lei Avvenire e Famiglia Cristiana ce l’hanno tanto con lei?
Qualche giorno fa, il quotidiano La Verità avanzava l’ipotesi che ci sia un timore da parte della gerarchia cattolica per certi dossier che sarebbero sulla sua scrivania, relativi a corruzione finanziaria, otto per mille e preti pedofili..
No, no, no, io non ho neanche mezzo fascicolo. Fosse così, almeno ci sarebbe una spiegazione. Non ho né fascicoli, né dossier. E neanche mi accodo a coloro che ritengono che vogliano proteggere quella parte minoritaria del mondo cattolico che sull’immigrazione ci ha costruito un business. Non voglio pensare che sia così. C’è però un pregiudizio di fondo evidente che non mi spiego, ma me ne faccio una ragione. Il bello è che dopo la copertina di Famiglia Cristiana e gli attacchi di Avvenire mi hanno scritto una marea di uomini e donne di Chiesa, con nome, cognome, indirizzo, invitandomi ad andare avanti così. Anche preti e vescovi, però la cosa che mi ha colpito è questa: tutti si sono firmati – anche perché le lettere anonime non le prendo neanche in considerazione – ma tutti con preghiera di riservatezza per evitare problemi. Questo mi ha davvero sorpreso. In politica ci sono abituato, ma in un mondo che dell’apertura, del dialogo, della sobrietà fa un suo modo d’essere, non mi aspettavo ci fosse un clima di questo genere.
A proposito dei suoi rapporti col mondo cattolico, le è stato molto rimproverato quel comizio a Milano in cui ha esibito il rosario..
Guardi, a qualche mese di distanza posso dire che è stata una cosa né studiata né preparata. Quel rosario mi era stato regalato da un prete che cerca di salvare dalla strada le ragazze straniere, era un rosario fatto da una di queste ragazze vendute ai mercanti di sesso. Me lo porto sempre con me, e siccome era un comizio nella mia Milano, in piazza Duomo, dove più di una volta gli islamici si sono radunati in modo non rispettoso, mi è venuto spontaneo sotto la Madonnina prendermi un impegno a difendere i nostri valori. Mi sembrava una cosa normale.
Ma lei oltre a esibirlo, lo prega anche il rosario?
No, devo essere sincero, solo raramente. Mi faccio il segno della croce quando mi alzo e quando vado a dormire.
Passiamo ad altri temi, che a noi stanno molto a cuore, i cosiddetti temi antropologici. Nella passata legislatura sono state approvate leggi pessime, che ora fanno il loro corso. Da questo punto di vista la “moratoria” sui temi etici non può essere vista come una tregua.
Però, come dicevo, il problema non si limita all’approvazione delle leggi. Abbiamo visto ad esempio, che ci sono comuni che sfidano direttamente il governo e il Parlamento trascrivendo all’anagrafe bambini acquistati all’estero con la pratica dell’utero in affitto. A suo tempo, il ministro Alfano ingaggiò un braccio di ferro con i Comuni per la trascrizione dei matrimoni gay. Finora da lei non è arrivata alcuna risposta.
Anche certe ambiguità della legge sulle unioni civili generano sviluppi, ad esempio nel senso delle adozioni per le coppie gay.
È vero, ma difenderemo la famiglia naturale fondata sull’unione tra un uomo e una donna. Eserciterò tutto il potere possibile.
A proposito di educazione, c’è un fronte aperto anche sul tema droga.
Sono ben consapevole che questo fenomeno dei negozi di marijuana che stanno aprendo in ogni dove è molto pericoloso sempre nell’ottica della diseducatività. Devo dire che nel contratto di governo, sulla droga si è bloccata qualsiasi ipotesi di legalizzazione e liberalizzazione che pure era stata proposta negli scorsi mandati. Quindi non se ne fa nulla. Poi certo, anche questi negozi sembrano come i centri massaggi cinesi, che mascherano dei veri e propri bordelli. L’ho detto al ministro della Salute, che ha una posizione diversa: lavoreremo per trovare una mediazione.
La famiglia si difende anche con l’economia, soprattutto attraverso il fisco. In questi mesi si sta parlando tanto di flat tax, ma si ragiona sempre in termini di individui, la famiglia sembra esclusa dal discorso.
L’obiettivo che mi pongo da qui fino a fine governo è introdurre il concetto di quoziente familiare, in modo da premiare la natalità e la scommessa sul futuro. Intanto il primo obiettivo è sostenere la parte produttiva attraverso un abbassamento delle tasse: se già riusciamo ad aiutare le partite Iva, i produttori, i commercianti, gli artigiani, i piccoli imprenditori, è un primo passo. Anche loro sono padri e sono madri, un euro di tassa in meno è un euro in più per i figli. Certo non è risolutivo, l’obiettivo – come dicevo – è quello di rendere il nucleo familiare un soggetto fiscalmente riconosciuto. Però già per il 2018 l’obiettivo è ridurre le tasse a un bel po’ di gente e questo sarà mantenuto.
Lunedì scorso il ministro della Famiglia e delle disabilità, Lorenzo Fontana, ha mandato un segnale chiaro: «O a questo ministero verrano date le risorse oppure ne trarrò le conseguenze».
E ha fatto bene a dirlo. Non basta l’etichetta, servono risorse. Peraltro un ministero dedicato alla disabilità è stata una mia precisa battaglia e un investimento della Lega che riguarda 4 milioni di persone. Abbiamo come modello le regioni dove governiamo. In Lombardia, ad esempio, garantiremo in questo anno scolastico l’asilo nido gratuito a 15 mila famiglie, e siamo la regione che investe di più in assistenza ai disabili, soprattutto i disabili gravi. Mi piacerebbe che questo modello fosse portato a livello nazionale. Quindi è un ministero che ha bisogno di quattrini e faremo in modo di farglieli avere.
Quindi dobbiamo aspettarci che la prossima legge di bilancio…
Certo, si dovrà intervenire anche in legge di bilancio. Ci sono ad esempio un milione di invalidi civili che percepiscono in media 278 euro al mese, che sono un’infamia. Quindi, non dico a mille euro come diceva qualcuno, ma portarle almeno al livello delle pensioni minime mi sembra un atto di civiltà.
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