Sacerdote italiano rapito in Niger, potrebbe essere opera di Jihadisti

Sacerdote italiano
(Websource)

Il sacerdote italiano Gigi Macalli è stato rapito la notte tra il 17 ed il 18 settembre. La Farnesina e la procura di Roma indagano sull’accaduto, potrebbe essere coinvolta una cellula Jihadsta.

Dopo aver passato le vacanze estive in Italia, padre Gigi Macalli era tornato a Gourmancé, in Niger, lo scorso 7 settembre. Il sacerdote svolge, insieme ad altri missionari, opere di assistenza e catechesi per i villaggi al confine tra il Niger ed il Burkina Faso. La notte tra il 17 ed il 18 settembre si trovava fuori dal convento in compagnia di un altro sacerdote di origine indiana, mentre facevano ritorno sono stati assaltati da un gruppo di aggressori che hanno rapito padre Macalli rubando anche il suo computer ed il suo smartphone. Il sacerdote di origine indiana, invece, ha fatto in tempo a scappare e nascondersi, quindi ha denunciato il rapimento alla diocesi che ha interpellato la Farnesina, le autorità locali ed informato l’Agenzia Fides.

Rapito padre Gigi Macalli, mistero sulle motivazioni del sequestro

Sul rapimento del sacerdote italiano stanno indagando sia le autorità locali che quelle italiane, le quali si interfacciano con la Farnesina. Al momento non ci sono indizi che conducano ai possibili colpevoli, secondo quanto riferito dal fratello del sacerdote, infatti, padre Macalli non aveva ricevuto minacce e, sebbene la situazione sociale in Niger fosse notevolmente peggiorata negli ultimi mesi, non era preoccupato che gli potesse capitare qualcosa: “Siamo in attesa che la Farnesina possa darci chiarimenti. Stanno lavorando per capire bene quale sia la situazione, ma non ci sono alcune notizie concrete al momento”, spiega padre Walter Macalli che poi aggiunge: “Sono stati realizzati ospedali e tante altre opere, ma non posso pensare che siano collegate al rapimento. Dobbiamo ancora capire come siano andate le cose”. L’ipotesi più probabile, dunque, è che i rapitori facciano parte di una cellula jihadista e che il rapimento sia un atto di forza contro i sacerdoti cristiani.

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Luca Scapatello

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