Sacerdote accoltellato nella sua canonica | Racconto shock: “C’era sangue ovunque”

Sembrava un banale diverbio fra due persone, ma invece è sfociato in una tragedia. A farne le spese è stato un sacerdote. Un’aggressione avvenuta in chiesa che ha lasciato tutti atterriti.

La vittima dell’aggressione è don Mario, 74 anni, sacerdote di una parrocchia di Fidenza.

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Sacerdote accoltellato in canonica

“Era in preda all’alcol e mi ha aggredito con un coltello gridando per tre volte ‘ti ammazzo’. C’era sangue ovunque, per fortuna ho una corporatura robusta, in qualche modo gli ho fatto cadere il coltello. Altrimenti a quest’ora…” – racconta don Mario al quotidiano Avvenire.

Don Mario, nonostante le tre profonde ferite, è riuscito a chiamare i Carabinieri. Da lì la corsa al pronto soccorso è i punti di sutura al volto e alle mani. Ma ad esser ferito, più di tutto, è stato il suo animo.

Il motivo dell’aggressione

L’aggressore, un 57enne senza fissa dimora, è stato subito individuato ed arrestato. Nella sua stanza, l’uomo aveva ancora il coltello con il quale si è scagliato contro il sacerdote. Ma perché il parroco è stato aggredito? Dalle prime indagini, si pensa che il tutto sia scaturito da una richiesta, fatta da don Mario, di abbassare la musica alle 11 di sera. Da lì il 57enne ha preso un coltello e rincorso il sacerdote.

Il parroco, vedendosi inseguito, si è rifugiato dietro una porta. Ma il suo aggressore, di corporatura robusta, ha sfondato la porta e accoltellato il 74enne. Don Mario, però, è riuscito a disarmarlo, si è tamponato le ferite ed è corso in strada a chiedere aiuto.

L’uomo era ospitato in una struttura della parrocchia

L’aggressore era ospitato nella “Casa Forestieri”, una struttura di accoglienza per persone bisognose di aiuto, che si trova proprio nella chiesa di don Mario. Il 57enne era arrivato qui nell’ambito di un progetto tra il Centro di salute mentale di Imola, la comunità terapeutica “Casa di Lodesana” di Fidenza e la parrocchia.

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Il perdono del sacerdote

Ma da qualche tempo, l’uomo non prendeva più i farmaci e, per questo, il sacerdote aveva avvertito il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia perché lo destinasse ad un’altra struttura. “Al mio aggressore va il perdono cristiano. Stanotte mi ha sostenuto la preghiera. So bene che nel ministero sacerdotale c’è anche l’atteggiamento di Cristo sulla croce. Per il resto non cambia nulla” – ha commentato il sacerdote.

 

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