Card. Ruini: abbatte ogni accusa contro Giovanni Paolo II

A chi mette in dubbio la santità di Giovanni Paolo II, il cardinale Camillo Ruini, per tanti anni alla guida della CEI, risponde con una secca smentita.

Giovanni Paolo II e il cardinale Camillo Ruini – photo web source

Nei giorni scorsi, ha fatto scalpore un articolo sul New York Times. Secondo l’autore, Giovanni Paolo II sarebbe stato fatto santo troppo presto. Sull’onda di questa incredibile e inaccettabile accusa, il giornale cattolico progressista National Catholic Reporter ha rincarato la dosa invitandone a sopprimerne il culto in America.

La secca risposta del cardinale Ruini alle accuse contro Wojtyla

In sostanza, dopo l’uscita del Rapporto McCarrick, in cui si raccontano lunghi decenni di malefatte del porporato americano, da sempre a braccetto con i democratici americani, mostrando come questi abbia ignobilmente ingannato Karol Wojtyla, per qualche strana ragione fior fior di editorialisti internazionali hanno cominciato a puntare il dito contro il santo polacco. Come in realtà accade ormai da anni.

Così sono partite le accuse infamanti. Che si sa, più che a lui sono in realtà rivolte alla sua persona, o meglio, al suo Magistero Pontificio, in cui non ha mai avuto paura di dire la verità, e di mettere in primo piano la dottrina e la fede cattolica, contro ogni velleità mondanizzante.

Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II e il cardinale Camillo Ruini – photo web source

Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura”. Così è stata la sua vita

Alcuni hanno addirittura provato ad avanzare l’idea che McCarrick potesse intimidire Wojtyla. “Pensare che McCarrick, o anche persone molto più importanti di lui, potessero intimidire Giovanni Paolo II è semplicemente ridicolo”, risponde quasi piccato il cardinale Camillo Ruini sul quotidiano Il Foglio.

“E’ rimasta celebre la sua frase di inizio del pontificato, ‘Non abbiate paura’, e personalmente Giovanni Paolo II non aveva paura di nessuno sulla terra”. Il porporato italiano, guida saggia di una stagione lunga e importante del cattolicesimo italiano, ha così invitato tutti a mettere giù le mani dal Santo polacco. Scartando ogni accusa che lo vorrebbe fatto diventare santo “troppo presto.

Il ricordo emozionante della folla radunata al grido: “Santo subito!”

“Ricordiamo tutti la sera della morte di Giovanni Paolo II, l’enorme folla radunatasi, la commozione, il grido ‘santo subito’”, racconta Ruini, con parole che trasudano commozione. “Poi la gigantesca partecipazione di popolo culminata nel funerale a cui hanno partecipato anche tanti capi di stato: è stato un apogeo della Chiesa cattolica, nel quale è difficile non vedere la mano di Dio”, continua.

Giovanni Paolo II e il cardinale Camillo Ruini – photo web source

Insomma, quello che spiega Ruini è che “la rapidità con cui si è giunti alla canonizzazione dipende in larga misura dal fatto che, sia per la beatificazione sia per la canonizzazione, non si è dovuto attendere nemmeno un giorno per avere a disposizione i miracoli richiesti dalle norme, e quali miracoli!“.

Ruini: “Mi ha colpito fin dall’inizio l’intensità della sua preghiera”

“Essendo stato per quasi vent’anni a stretto contatto di Giovanni Paolo II ho maturato progressivamente la convinzione di avere a che fare con un grande santo, oltre che con un grande uomo”, spiega il cardinale. Che rivela di essere stato colpito, tra le varie cose, da una particolarità ben precisa. Il modo in cui pregava.

“Mi ha colpito fin dall’inizio l’intensità della sua preghiera“, racconta. “Vi si immergeva subito e totalmente, appena le circostanze lo permettevano, e niente di ciò che accadeva all’intorno lo distraeva. Mi stupiva la sua straordinaria capacità di perdonare: mi capitava spesso di dovergli segnalare opposizioni, anche molto aspre, alla linea del suo pontificato e alla sua stessa persona”.

Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II e il cardinale Camillo Ruini – photo web source

“Giovanni Paolo II era totalmente distaccato dai beni terreni”

La realtà è quindi che “Giovanni Paolo II era totalmente distaccato dai beni terreni, alle sue cose personali provvedeva la carità di qualche buona persona. Era invece quanto mai sollecito di aiutare i poveri, a cominciare dai ‘popoli della fame’, ad esempio quelli del Sahel. Chi mette in dubbio la sua santità è accecato dai preconcetti e non sa quello che dice. Dispiace soprattutto quando sono dei cattolici a prendere tali posizioni”

Alcune accuse hanno provato ad affermare, in sostanza, che Wojtyla forse delegava troppo ai collaboratori evitando di occuparsi lui direttamente di alcuni temi rilevanti per il governo della Chiesa universale. Anche qui, niente di più falso.

“Giovanni Paolo II aveva un senso altissimo della propria missione”

“Giovanni Paolo II sceglieva con cura i suoi più stretti collaboratori e dava loro grande fiducia, era tutt’altro che un accentratore”, racconta Ruini, che ha conosciuto bene il santo polacco negli anni del suo Pontificato. “Per lui accentrare era il modo più sicuro per sbagliare e per trascurare ciò che è essenziale“, spiega.

Giovanni Paolo II e il cardinale Camillo Ruini – photo web source

“Al tempo stesso aveva un senso altissimo della propria responsabilità e della propria missione, pienamente compresa la dimensione del governo. Quando si trattava di decisioni importanti, come sono certamente le nomine dei vescovi, specialmente di quelli delle grandi sedi, era solito prendere tempo prima di decidere e dedicava questo tempo alla preghiera e alla riflessione”.

La risposta alle accuse si trova direttamente nella vita di Wojtyla

Infine, altre accuse assurde vorrebbero provare a insinuare una certa “superficialità” in alcune decisioni prese da Wojtyla. Anche qui, non c’è affatto bisogno di grandi smentite. Se non ricordare come era veramente Giovanni Paolo II, e quindi, ancora una volta, trarre una testimonianza altissima di unione con il Signore direttamente da quella che era la sua vita, le sue giornate, la sua fede.

Giovanni Paolo II - Aprite le Porte a Cristo

“Nelle sue scelte questo Papa si poneva davanti a Dio e le decisioni le prendeva non solo in coscienza ma al cospetto di Dio”, ha infatti concluso Ruini. “Tutto ciò non significa che l’una o l’altra decisione non potesse essere di fatto sbagliata. Esclude però che fosse una decisione poco responsabile e presa alla leggera. Ho avuto la fortuna di essere per tanti anni vicino a Giovanni Paolo II e ho avvertito sempre più che egli viveva e agiva tenendosi unito al Signore

Giovanni Bernardi

Fonte: Il Foglio

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