
E’ passato quasi un anno, dalla terribile vicenda accaduta ad Emanuele Morganti.
Ricorderete, sicuramente, quel ragazzo di soli 20 anni, coinvolto nella rissa in cui venne ucciso.
Accadde ad Alatri (Frosinone), nella notte tra il 24 e il 25 Marzo e, da allora, gli inquirenti si sono prodigati per far luce sui fatti, per capire chi fossero i responsabili, e rendere, così, giustizia ad Emanuele.
Il ragazzo, fuori dalla discoteca Mirò Music Club di Alatri, stava cercando di difendere la propria fidanzata, da apprezzamenti non troppo eleganti.
Per questo, i due fratellastri, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, di 27 e 20 anni rispettivamente, decisero di aggredirlo, di picchiarlo fino alla morte, per i 15 interminabili e terrificanti minuti successivi.
I due furono rintracciati, dopo una breve fuga riparatoria da certi parenti romani, e vennero così assicurati alla giustizia.
Proprio in queste ore, il giudice darà la sentenza per i colpevoli.
Noi preghiamo, affinché “subiscano” anche un sincero pentimento.
Allora come ora, nel commemorare quel ragazzo morto senza ragione, l’intera Nazione si stringe attorno alla famiglia inconsolabile.
Tra l’altro, ben presto si capì che anche altre persone, il branco, parteciparono all’omicidio di Emanuele, cosa che rese la vicenda ancora più crudele.
Il comandante provinciale dei Carabinieri di Frosinone, infatti, fece questo appello, per individuarli tutti: “Un congruo numero di persone ha assistito al pestaggio. Chiediamo ai giovani di avere fiducia nelle forze dell’ordine, nelle istituzioni e di comunicarci tutti i fatti illeciti che possano servirci in questa indagine”.
Antonella Sanicanti