Renato Zero contro l’utero in affitto: “Volere una copia in miniatura non è essere genitori”

 

L’ultimo disco di Renato Zero (un doppio album) s’intitola ‘Zerovskij, solo per amore’, un album maturo che punta a celebrare al meglio 50 anni di carriera nell’ambiente musicale, sempre sulla cresta dell’ombra. La maturità dei testi la si percepisce da strofe di condanna sull’abuso di droghe: “Estasiarsi si può, ma quelle polveri no” e diviene un manifesto di vita in canzoni come ‘Colpevoli’, in cui il cantante parla di quei genitori che, presi dai problemi quotidiani, abbandonano i figli a loro stessi non accorgendosi che stanno andando allo sbando.

Il tour partirà quest’estate ( a Luglio) con lo stesso titolo dell’album, Zero spera di ricevere la stessa devozione di sempre e nel contempo, per festeggiare al meglio i suoi 50 anni di carriera come intrattenitore, si pone dinnanzi il compito di offrire ai suoi “Sorcini” dei contenuti importanti sulla società odierna, come il no all’utero in affitto. In un intervista rilasciata ad ‘Avvenire’ Zero spiega le sue ragioni per la condanna di questa pratica: “La cosa bella di un figlio è la sua imprevedibilità, la magia di una promessa che fiorisce. Quando mettiamo al mondo un essere non ne siamo proprietari, abbiamo solo favorito il suo intervento sulla terra, e questi bambini, tolti alle madri dopo il parto, non sono orfani, ce l’hanno una mamma ma non sapranno mai chi è”.

Insomma per l’artista si tratta di tutelare quei bambini nati semplicemente dall’egoismo di due genitori che tali non potrebbero essere: “Volere la fotocopia di se stessi non è essere genitori. Desiderano un figlio da amare? Esistono milioni di bambini che muoiono di inedia e solitudine, li adottino, io l’ho fatto. Spero nella riconversione delle coscienze”.

Non è la prima volta che Renato Zero si schiera in difesa della famiglia tradizionale, la più recente in occasione del Festival di Sanremo 2016, quando, di fronte ad una massa di bandierine tricolori simboleggianti la parità dei diritti degli omosessuali, volle ricordare a tutti che la famiglia di Nazareth è quella che ha insegnato a tutti i veri valori delle relazioni familiari.

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