Ma quante volte in Chiesa, più che cantare, sembra che si faccia un vero e proprio festival?
Cerchiamo di capire quale sia il vero modo per il canto liturgico durante le celebrazioni.
Far parte di un coro liturgico non è un’esperienza semplice: prove ogni settimana, canti nuovi da imparare o ripetere in occasione di tutte le celebrazioni, periodi dell’anno liturgico (vedi, ad esempio, il periodo del triduo pasquale) in cui ogni giorno c’è da provare e da cantare a diverse e differenti celebrazioni. Per alcuni può diventare uno stress, per altri invece può trasformarsi in un vero e proprio “festival della canzone liturgica”.
Per questo motivo, è necessario, nonché essenziale, seguire alcune regole basilari. In fondo, anche chi canta e suona prega, oltre a far pregare chi partecipa alla celebrazione.
La prima regola è quella del Non ogni canto è liturgico:
La seconda è quella del Non è previsto alcun canto per il rito della pace:
Il terzo è quello del La messa ha i suoi tempi:
Il quarto è quello del Il canto deve essere fedele al testo che presenta:
Il quinto è quello del Non è sufficiente essere presenti col corpo:
Il sesto è quello del L’Agnello di Dio comincia quando il sacerdote spezza il pane:
Il settimo è quello del Essere servitori della chiesa, non delle stelle:
Un piccolo decalogo di non difficile interpretazione per tutti i cori parrocchiali e non solo.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: aleteia.org
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