Regina Coeli, Papa Leone XIV: “Vi chiedo di sostenermi con la vostra preghiera”

A poco più di due settimane dalla sua elezione, Leone XIV ha confidato quanto sia gravoso il proprio ministero e quanto siano necessarie le preghiere della Chiesa tutta.

Per la prima volta, i pellegrini giunti a piazza San Pietro hanno visto papa Leone XIV affacciarsi alla finestra del Palazzo Apostolico. Il prima Regina Coeli del nuovo pontefice, infatti, era avvenuto dalla Loggia della Basilica Vaticana. Il secondo, invece, si è tenuto sul sagrato di San Pietro, a conclusione della messa di insediamento.

La “meravigliosa promessa” dello Spirito Santo

Sono ancora all’inizio del mio ministero in mezzo a voi e desidero anzitutto ringraziarvi per l’affetto che mi state manifestando“, ha esordito il Santo Padre rivolto ai fedeli, chiedendo loro di sostenerlo “con la vostra preghiera e vicinanza in tutto ciò a cui il Signore ci chiama nel percorso di vita così come nel cammino di fede“.

Ci sentiamo a volte inadeguati“, ha proseguito il Pontefice, “Tuttavia, proprio il Vangelo di questa domenica [Gv 14,23-29] ci dice che non dobbiamo guardare le nostre forze, ma la misericordia del Signore che ci ha scelti, certi che lo Spirito Santo ci guida e ci insegna ogni cosa“.

Agli apostoli che alla vigilia della morte del Maestro sono turbati e angosciati e si chiedono come potranno essere continuatori e testimoni del Regno di Dio, Gesù annuncia il dono dello Spirito Santo con questa meravigliosa promessa: Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.

Con queste parole, “Gesù libera i discepoli da ogni angoscia e preoccupazione e può dire loro: non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore se rimaniamo nel suo amore. Infatti, lui stesso“, ha osservato il Papa, “prende dimora in noi, la nostra vita diventa tempio di Dio e questo amore ci illumina, si fa spazio nel nostro modo di pensare e nelle nostre scelte, fino a espandersi anche verso gli altri e irradiare in tutte le situazioni della nostra esistenza“.

Dio non si vergogna della fragilità umana

E’ proprio il dono dello Spirito Santo che “ci fa sperimentare anche nella vita quotidiana la presenza e la vicinanza di Dio, rendendoci sua dimora“. E anche se sono “fragile,  il Signore non si vergogna della mia umanità, anzi viene a prendere dimora dentro di me. Egli mi accompagna col suo Spirito, mi illumina, mi rende strumento del suo amore per gli altri, per la società e per il mondo“.

L’impegno per ogni fedele, dunque, è quello di portare l’amore di ovunque, “ricordandoci che ogni sorella e ogni fratello è dimora di Dio e che la sua presenza si rivela specialmente nei piccoli, nei poveri e in coloro che soffrono“, ha detto Leone XIV.

Ricordo di un eroico martire del comunismo

Conclusa la recita della preghiera mariana, Prevost ha ricordato la beatificazione, avvenuta ieri a Poznań, in Polonia, di Stanislaw Streich, sacerdote diocesano “ucciso in odio alla fede nel 1938, perché la sua opera in favore dei poveri e degli operai infastidiva i seguaci dell’ideologia comunista. Il suo esempio“, ha esortato il Pontefice, “possa stimolare in particolare i sacerdoti a spendersi generosamente per il Vangelo e per i fratelli“.

Di seguito, il Papa si è soffermato sulla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, celebratasi ieri, in occasione della quale “nelle chiese e nei santuari della Cina e tutto il mondo si sono elevate preghiere a Dio come segno della sollecitudine e dell’affetto per i cattolici cinesi e della loro comunione con la Chiesa universale. L’intercessione di Maria Santissima“, ha aggiunto Leone XIV, “ottenga a loro e a noi la grazia di essere testimoni forti e gioiosi del Vangelo, anche in mezzo alle prove, per promuovere sempre la pace e l’armonia”.

Con questi sentimenti“, ha proseguito, “la nostra preghiera abbraccia tutti i popoli che soffrono a causa della guerra. Invochiamo coraggio e perseveranza per quanti sono impegnati nel dialogo e nella ricerca sincera della pace“.

Un accenno, infine, al decennale della pubblicazione dell’enciclica Laudato sì di papa Francesco, dedicata alla cura della casa comune. “Essa ha avuto una straordinaria diffusione, ispirando innumerevoli iniziative e insegnando a tutti ad ascoltare il duplice grido della terra e dei poveri. Saluto e incoraggio“, ha detto Prevost, “il movimento Laudato sì e tutti coloro che portano avanti questo impegno“.

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