Regina coeli. Papa Francesco svela il segreto per vivere per sempre ed essere felici.

Tutti viviamo ma non tutte le scelte ci danno la felicità. E allora cosa fare per essere felici per sempre? Il Vangelo di oggi ci illumina.

Nella Domenica della Divina Misericordia Papa Francesco ci ricorda per che cosa vale la pena di spendere la propria vita.

Papa Francesco al Regina Coeli
Papa Francesco al Regina Coeli (Photo web source)

La seconda domenica di Pasqua è intitolata da San Giovanni Paolo II alla divina Misericordia e abbiamo una lezione di vita esemplare.

Il Santo Padre ci ricorda che questa domenica il Vangelo ci dice che solo credendo in Gesù possiamo avere la vita eterna, la vita nel suo nome. Tutti vogliamo avere la vita ma ci sono vari modi per farlo, c’è chi dà importanza al potere e all’avere, pensa solo a mangiare e bere, divertirsi e accumulare soldi, oggetti e così via. Questa strada a prima vista sembra piacevole ma non è così, non sazia. Il piacere e il potere non danno felicità, lasciano senza risposte tante esperienze come quelle del dolore, del limite, la morte, e soprattutto resta inappagato il bisogno che ci accomuna tutti: il desiderio di vivere per sempre.

Solo Gesù può realizzare questo anelito profondo del cuore umano. Come si accede alla vita eterna? Come ne possiamo fare esperienza? Incontrando il Signore Gesù, proprio come i discepoli del Vangelo. Sono impauriti, sconvolti, chiusi nel dolore del non senso. Hanno visto Gesù morire davanti ai loro occhi eppure si lasciano incontrare. Gesù risorto si mostra a loro e fa vedere i segni della sua passione. La resurrezione non cancella il male, ma non ne fa motivo di rimprovero, anzi i segni della passione, della sofferenza atroce e del dolore di Gesù diventano segni della sua Misericordia. Con Gesù la vita vince sempre, la morte è sconfitta, e così chiunque crede in lui riceve lo Spirito e la vita eterna.

La gioia dell’incontro

Tutto questo è possibile se teniamo viva la speranza in noi, se sperimentiamo la gioia di essere amati e di amare, se ci lasciamo incontrare da Gesù, perché lui è sempre li che ci cerca, attende solo che gli andiamo incontro. Dove incontriamo Gesù? Nella sua Parola, nei Sacramenti, nelle persone che incrociamo lungo le strade della vita, in ogni gesto di amore che facciamo o che riceviamo. Maria ci aiuti ad avere una fede sempre più grande e a diffondere la gioia della resurrezione.

Gesù appare ai discepoli
Gesù appare ai discepoli (Photo web source)

Questo mese di aprile ha tante ricorrenze importanti, compreso il decimo anniversario della canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II, il pontefice che ha voluto che la domenica dopo Pasqua fosse consacrata alla Divina Misericordia. Sappiamo tutti quanto sia caro a Papa Francesco il tema della misericordia. È ancora vivo in tutti noi il ricordo del Giubileo straordinario della Misericordia che ha indetto subito dopo la sua elezione a Pontefice. Le parole che nel corso del tempo ha usato per descrivere cosa sia la misericordia sono bellissime. A cominciare dall’affermazione che la misericordia è la carta di identità del nostro Dio, la chiave del cielo, condizione della nostra salvezza, il modo con il quale Dio ci viene incontro, e il modo in cui ciascuno di noi è chiamato a guardare il fratello che incontra lungo il cammino. Misericordia contiene in sé due paroline miser e cordis e significa aprire il cuore al misero.

La Festa della Divina Misericordia

Miseri siamo noi e misericordioso è l’atteggiamento di Dio che ci abbraccia, si dona a noi, ci accoglie, si piega per perdonarci perché Dio ci viene incontro nonostante il nostro limite, il nostro peccato. Fin dalle origini Dio dimostra di prendersi cura dell’uomo peccatore. Tutto l’Antico Testamento narra di Dio “paziente e misericordioso” che, ama, guida, protegge quel popolo di “dura cervice” che si è eletto tra tutti i popoli. In Gesù il volto misericordioso del Padre si è fatto visibile. Egli è amore che si dona gratuitamente.

 

Festa Divina Misericordia
Festa Divina Misericordia (Photo web source)

Per quanto una persona si possa allontanare da Dio, il Risorto è lì che chiama e aspetta ciascuno per aiutarlo a ricominciare. Non ci sono tristezze, rancori, fallimenti, paure, dubbi su cui la grazia non possa operare per sanare e ridare forza e speranza. Dio non tiene il conto degli errori della persona. Desidera profondamente cancellarlo e aiutare ciascuno ad imparare “dalle cadute”. Quante volte Papa Francesco ci ricorda che Dio non si stanca di perdonare, è più facile che noi ci stanchiamo di invocare questo dono.

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