Regina caeli: Papa esprime preoccupazione e dolore

Questa domenica dalla finestra del Palazzo Apostolico, Francesco ha manifestato tutto lo sconcerto e dolore, riferendo di una morre che lo ha particolarmente colpito.

Gesù è il “Buon Pastore”: un’immagine ricorrente nelle Scritture e nella predicazione, che, tuttavia, si tende a dare per scontata. Nella domenica dedicata, per l’appunto, al Buon Pastore, il Pontefice si è soffermato proprio su questa celebre allegoria.

“Buon Pastore” è colui che ama e che sacrifica la vita

Nel Vangelo odierno (Gv 10,11-18), Gesù afferma che “il buon pastore dà la propria vita per le pecore“, insistendo su tale concetto per “ben tre volte“. Il Santo Padre ne ha quindi tratteggiato lo sfondo storico: essere pastori, “specialmente al tempo di Cristo, non era solo un mestiere, era tutta una vita. Non si trattava di avere un’occupazione a tempo, ma di condividere le intere giornate e pure le nottate con le pecore, di vivere in simbiosi con loro“.

Gesù, infatti, spiega di non essere “un mercenario a cui non importa delle pecore, ma colui che le conosce. Lui conosce le pecore e così Lui, il Signore, il pastore di tutti noi, ci conosce. A ognuno di noi ci chiama per nome e quando ci smarriamo ci cerca finché non ci ritrova di più. Gesù“, ha proseguito il Papa, “non è solo un bravo pastore che condivide la vita del gregge” ma è precisamente “il buon pastore che per noi ha sacrificato la vita” e, una volta “risorto, ci ha dato il suo Spirito“.

Il Buon Pastore, nel senso evangelico del termine, non è soltanto il “capo del gregge” ma è soprattutto colui che “pensa a ciascuno di noi e ci pensa come l’amore della sua vita“, ha aggiunto Francesco. “Pensiamo questo: io per Cristo sono importante, Lui mi pensa insostituibile, valgo il prezzo infinito della sua vita e questo non è un modo di dire. Lui ha dato veramente la vita per me, è morto e risorto per me. Perché? Perché mi ama, perché trova in me una bellezza che io spesso non vedo“.

Mai sentirsi inadeguati o “sbagliati”

Di seguito, una riflessione: “Quante persone oggi si ritengono inadeguate o persino sbagliate? Quante volte si pensa che il nostro valore dipenda dagli obiettivi che riusciamo a raggiungere, per esempio, dal successo agli occhi del mondo, dai giudizi degli altri? E quante volte si finisce per buttarsi via per le cose da poco? Oggi“, ha sottolineato Bergoglio, “Gesù ci dice che noi per lui valiamo tanto e sempre“.

Pertanto “per ritrovare noi stessi“, la prima cosa da fare è “metterci alla sua presenza, lasciarsi accogliere e sollevare dalle braccia amorevoli del nostro Buon Pastore“. E’ opportuno, quindi, domandarsi: “So trovare ogni giorno un momento per abbracciare la certezza che dà valore alla mia vita? So trovare un momento di preghiera, di adorazione e di lode per stare alla presenza di Cristo e lasciarmi accarezzare da Lui?“.

“Che quei due popoli possano smettere di soffrire”

Dopo la recita della preghiera mariana, il Santo Padre ha ricordato la ricorrenza odierna della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, avente per tema “Chiamati a seminare la speranza e costruire la pace”. Si tratta, ha detto, di “una bella occasione per riscoprire la Chiesa quale comunità caratterizzata da una polifonia di carismi e vocazioni al servizio del Vangelo“. In tale contesto, il Pontefice ha rivolto “di cuore” il proprio saluto ai nuovi presbiteri della diocesi di Roma, che sono stati ordinati ieri pomeriggio nella Basilica di San Pietro: “Preghiamo per loro“, ha esortato.

Il Papa continua a seguire “con preoccupazione e dolore anche la situazione in Medio Oriente“. Durante il Regina caeli odierno ha rinnovato l’appello a “non cedere alla logica della rivendicazione della guerra. Prevalgano, invece, le vie del dialogo, della diplomazia, che può fare tanto“, ha detto.

Rinnovando la propria preghiera “per la pace in Palestina e in Israele“, Francesco ha auspicato che “quei due popoli possano presto smettere di soffrire“, senza dimenticare “la martoriata Ucraina che soffre tanto per la guerra“.

In conclusione, Bergoglio ha riferito “con dolore” di aver appreso “la notizia della morte in un incidente di padre Matteo Pettinari Giovani, missionario della Consolata in Costa d’Avorio, conosciuto come un missionario instancabile che ha lasciato una grande testimonianza di generoso servizio. Preghiamo per la sua anima“, ha detto il Santo Padre.

 

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